La Vuelle contro la filosofia statistica

Il diesse Cioppi spiega: "Varese gioca seguendo lo studio Nba che ha eliminato il tiro dal mid-range: garantirebbe più vittorie"

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Un pezzo alla volta, la Carpegna Prosciutto sta rimettendo insieme il suo mosaico: dopo capitan Delfino anche Tambone scalpita dietro le quinte, mentre Totè e Kravic sono pronti a rituffarsi nella mischia dopo una domenica di stop. La prossima settimana ’Tambo’ riprenderà confidenza col pallone, quindi dopo la trasferta di Verona tornerà ad allenarsi con la squadra e sogna di andare in panca già con la Virtus, al più tardi a Reggio Emilia, accorciando un po’ i tempi che lo volevano pronto a gennaio. Questo non cambia l’attuale situazione di Gudmundsson, che ha un contratto con la Vuelle valido sino ai primi di febbraio, eventualmente estendibile se il club riterrà il caso. Ma oggi la cosa più importante è che sia Totè che Kravic hanno ripreso ad allenarsi con il gruppo e domenica saranno a disposizione di Repesa: Leo da giovedì è in netta ripresa dopo un paio di giorni in cui appariva un po’ debilitato, mentre Dejan indossa una gomitiera per attutire i colpi e proteggerlo dal dolore che ancora prova.

"Per fortuna i nostri lunghi sono tornati - sospira il diesse biancorosso Stefano Cioppi - perché giocare una partita senza un intero reparto si può anche fare, ma due poi diventa dura". Coach Brase ha un pacchetto lunghi molto dinamico con Tariq Owens, un pivot leggero che salta tantissimo e Guglielmo Caruso, centro dai piedi veloci e buona mano.

Lo staff di Varese ha scelto di aderire ad una filosofia di gioco ormai molto in voga nella Nba, che Cioppi riassume così: "Si tratta di un’impostazione tecnicotattica che nasce da uno studio analitico delle statistiche. I risultati di questo studio affermano che le vittorie nascono da percentuali sufficienti o dentro l’area oppure da tre punti: è quindi stato cancellato quello che in gergo è denominato mid-range, ovvero il tiro nello spazio che c’è fra l’arco e l’area. A Houston era addirittura vietato tirare da lì e poteva farlo solo James Harden. Lo staff di Luis Scola è convinto che funzioni quindi hanno impostato il roster su questa traccia: le loro scelte difensive consentono tiri da quelle posizioni agli avversari e molto meno da tre o da sotto, mentre quando sono loro ad attaccare lo fanno entro i 12-14’’ cercando la prima strada libera per arrivare all’obiettivo, spesso attaccando il ferro, anche per cercare un fallo, oppure in alternativa tirano da tre". E nelle triple sono tutti pericolosi, compreso Caruso che ha una percentuale del 40% dall’arco, anche se è fa danni anche sotto, dove tira col 72,3%. Quelli che utilizzano di più le soluzioni dai 6,75 sono Markel Brown (2260 pari al 36,7%) e Tomas Woldetensae (1958 pari al 32,8%).

Un atteggiamento del genere forza la mano dell’altra squadra, spesso trascinata a giocare agli stessi ritmi: "Giocheremo la nostra pallacanestro - dice Cioppi - l’importante sarà non farsi trovare impreparati sui loro cambi di ritmo repentini perché spesso passano la metà campo senza esagerare ma poi sprintano e ti sorprendono, se ti distrai un attimo sei fregato. Possiamo correre anche noi, basta rimanere accoppiati in difesa perché vanno tutti a rimbalzo offensivo, anche gli esterni. E sono bravissimi nel gioco senza palla. La difesa? Per forza di cosa, con tiri veloci e tanti possessi vengono fuori partite ad alto punteggio contro di loro". L’assenza di Justin Reyes, operato al menisco, toglie a Varese un uomo da 11,2 punti di media, fra l’altro miglior rimbalzista in attacco dei suoi. Ma a Brase non mancano certo le alternative, capitan Ferrero è sempre pronto a dare una mano e poi c’è il giovane Virginio lanciato l’anno scorso che, insieme a Librizzi, aspettano solo la loro occasione. Se quella con Trento è stata una partita dove l’avversario, per sua abitudine consolidata, ti spinge a giocare male, quella con Varese promette di essere una domenica di sicuro divertimento. Che però andrebbe coronata con una vittoria.

Elisabetta Ferri