La Vuelle ha lanciato segnali importanti

Repesa sottolinea i progressi: "Vinte due battaglie a rimbalzo dopo le sofferenze di inizio stagione. Ma dobbiamo continuare così"

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Ha fatto qualcosa di più, oltre a vincere, questa Carpegna Prosciutto nelle ultime due giornate, sta andando oltre i propri limiti. A Brindisi aveva sbancato tirando da tre punti molto al di sotto della sua soglia abituale, riuscendo ugualmente dominare il gioco. Con Sassari, nonostante la taglia fisica superiore degli avversari, è riuscita a prevalere a rimbalzo con il grande contributo di tutti, come chiedeva il suo coach, che vede questa squadra diventare sempre più simile a quella che aveva disegnato, forse anche sognato, sulla carta prima del via.

"Nelle ultime due partite abbiamo vinto la battaglia ai rimbalzi - sottolinea Repesa - e sapendo come avevamo sofferto in questo aspetto del gioco all’inizio della stagione, questo è un segnale molto importante. Vincere tirando peggio del solito da tre punti è un altro aspetto da sottolineare, perché significa che la squadra ha trovato altre risorse e ha saputo servire i lunghi o trovare soluzioni da sotto con gli esterni. Comunque, rispetto alla partita di Brindisi, dove avevamo tirato con il 28%, contro la Dinamo abbiamo fatto molto meglio, ma il fatto è che Sassari ha tirato con il 50% quindi abbiamo dovuto superarci di nuovo". Si avverte che il ’komandante’ è soddisfatto, questa squadra comincia ad assomigliargli per lo spirito da combattimento che sta salendo anche in difesa perché nelle serate in cui la magia offensiva non si accende al massimo bisogna sapere di poter contare anche su una corazza più dura per proteggersi. "Dobbiamo andare avanti a lavorare sodo ogni giorno in allenamento perché ci sono ancora tanti aspetti su cui possiamo migliorare - insiste Jasmin -, ma ci vuole tempo. Questa squadra è quasi completamente nuova e pretendere che tutto funzioni in maniera perfetta dopo due mesi non sarebbe corretto".

Esigente sì, ma senza mettere ansia alla truppa. Tanto che i giocatori raccontano che spesso Repesa usa anche la parola divertimento, come ha raccontato un felicissimo Visconti a fine gara: "Il coach ci martella dicendoci che dobbiamo divertirci nel giocare insieme e che passarsi la palla per coinvolgere tutti è il modo migliore per farlo". Riccardo è l’esempio lampante di come il carisma di un coach possa influire sulla prestazione di un giocatore: quando il ragazzo è uscito dal campo nel primo tempo il suo allenatore l’ha preso letteralmente al laccio, ma non si è spaventato, anzi quando gli è stata data una seconda opportunità era così carico che non ha sbagliato più nulla. E il pubblico, che di basket se ne intende, ha capito perfettamente che quel tuffo per recuperare il pallone con una caparbietà valeva più delle due triple: "Il boato del pubblico per la mia palla recuperare mi ha veramente esaltato" confesserà poi Visconti. D’altronde, quando si gioca in una piazza che il basket lo mastica, è possibile essere apprezzati per il proprio stile di gioco anche non segnando, come capitato anche a Charalampopoulos che fra stoppate, rimbalzi e assist ha messo il numero 20 nella casella della valutazione.

Elisabetta Ferri