Moretti, la rivelazione dell’anno "Restare alla Vuelle? Perché no"

Il giocatore più cresciuto con il passare dei mesi. Sono piaciuti il suo talento, la personalità e il coraggio "Volevo dimostrare che posso stare a questo livello, aver riconquistato il pubblico è stato splendido"

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E’ stato il giocatore rivelazione della stagione, Davide Moretti, esploso proprio quando davanti a lui si sono liberate le praterie con la partenza di Larson: personalità, talento, coraggio che hanno pesato sui finali di tante partite, nonostante quel fisico mingherlino che però sa farsi rispettare. Anche quando davanti trova avversari più grossi e potenti, come nel caso di Hackett, col quale ci sono state scintille durante garatre: "Fa parte del gioco. Lui è un grande competitor, io pure, però – racconta il play della Vuelle - alla fine l’ho ringraziato perché esco da questa serie con un bagaglio di esperienza molto più ampio e lo devo principalmente a lui, a Pajola e a tutti i giocatori che mi hanno marcato in queste sfide contro la Virtus, perché mi hanno decisamente fatto crescere di livello. Fa parte del mestiere, lì per lì è giusto che ci siano anche delle scintille, poi però a fine partita cercare di capire perché ci sono state è ancora più importante".

Il bilancio tuo e della squadra qual è dopo quest’anno trascorso alla Vuelle?

"Estremamente positivo, soprattutto per le prospettive che c’erano a inizio anno e per come era iniziata la stagione: la via non era quella che tutti sognavamo – ammette Moretti -. Dal punto di vista della squadra è stata un’annata movimentata, condizionata da tanti arrivi e anche da tanti addii, questo ha fatto sì che il nostro percorso sia stato molto difficile all’inizio, mentre alla fine abbiamo disputato delle buonissime partite ed infilato una striscia vincente che ci ha portato ai playoff che penso rimarrà impressa per un po’ di tempo perché io credo che abbiamo fatto un’impresa veramente importante. Dal punto di vista personale sono contento perché volevo dimostrare, prima di tutto a me stesso, che a questo livello ci potevo stare e penso di averlo fatto".

Avete riconquistato anche il pubblico che all’inizio della stagione era quasi ostile e alla fine era ai vostri piedi: che ne dici?

"Da quando sono tornato dagli Stati Uniti non avevo più trovato un’atmosfera così, accogliente e calorosa, anche per via del Covid naturalmente: che sia coincisa col fatto che a Pesaro non veniva più così tanta gente da tempo è bellissimo, mi rende felice. Merito nostro? Spero di sì e la cosa mi rende molto orgoglioso, così come il far parte di questo gruppo".

Se la società ti chiedesse di restare?

"Ci penserei assolutamente. E’ indubbio che anche il prossimo sia un altro anno importante per la mia crescita: valuterò tutte le opzioni, Pesaro compresa, e vedremo quale sarà la strada giusta per me".

Elisabetta Ferri