Mosconi "guerriero" e quella Vis invincibile

Trent’anni fa la squadra di Gasperini, ora tecnico dell’Atalanta, saliva in C trascinata da Mauro, adesso approdato al Fano: "Che ricordi"

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Trent’anni fa, il 21 giugno 1992, la Vis Pesaro di mister Attardi vinceva il campionato di serie C2, approdando in C1, pareggiando 3-3 in casa con il Montevarchi in un Benelli esaurito. Capitano di quella squadra, che il direttore sportivo Cioncolini costruì con capacità e intuizione facendo ricca la società sotto tutti i punti di vista, era Mauro Mosconi, ora collaboratore del tecnico del Fano allenato da suo fratello.

Mosconi, che ricordi ha di quella stagione?

"Fu un campionato eccezionale. Giocavamo con il cuore e avevamo grandi individualità come Tentoni, Olive, Pazzaglia, poi ceduti rispettivamente in A alla Cremonese e in B a Lecce e Cesena, e naturalmente Gasperini già regista dell’Ascoli e di altre big. Con il Montevarchi fu una gioia indescrivibile, lo stadio era stracolmo, c’erano anche i giocatori dell’allora Scavolini. Io mi ritrovai in costume in mezzo alla gente"

Mosconi lo stopper insuperabile, quali i duelli più spettacolari?

"Con Hubner e Cornacchini, nessuno dei due mi fece gol, così come, in carriera ho fermato anche Van Basten, Gullit, Altobelli. Posso dire che giocare contro di me è stata dura per tutti perché cercavo ogni volta di superarmi"

La partita simbolo con la Vis?

"Sei giugno 1990, ultima con il Giulianova, bisognava vincere per non retrocedere. Mancava poco più di mezzora alla fine. Presi palla al limite e feci tutto il campo fino all’area avversaria dove mi stesero. Giua trasformò quel rigore. Ci salvammo e l’anno dopo fu C1"

I tifosi cantavano "La Vis è varia....", con la sua immagine facevano i volantini per promuovere le trasferte e le avevano dedicato un coro, "Mosconi guerriero", insomma un simbolo per Pesaro calcistica: si sente ancora così?

"Io sono sempre lo stesso. Pesaro è sempre rimasta nel mio cuore, ma ovunque vada ho sempre dato tutto".

Ora l’avventura al Fano con suo fratello, che esperienza sarà?

"Intensa come nel mio carattere. Cercherò di trasmettere la mia esperienza di vent’anni di professionista ai difensori a cui chiederò , grinta, concentrazione, di non mollare mai e non sentirsi mai inferiori all’avversario. L’attaccamento ai colori della maglia che si indossa è fondamentale, dobbiamo sentirci tutti di Fano. E dove non si arriva con gambe e testa, si arriva con il cuore. Sono un professionista, vado dove mi chiamano e do il massimo, sempre.

Non pensa che il calcio stia perdendo certi valori?

"Lo sport è per me ancora un fatto di principi: lavoro, applicazione massima e totale, appartenenza, inseguimento dell’obiettivo oltre ogni difficoltà, lealtà. Tutto questo viene prima del denaro, della notorietà, delle logiche di mercato o di qualsiasi altro aspetto che oggi caratterizza il calcio rispetto a quando giocavo. In famiglia ci hanno ingessato così"

La Vis?

"La seguo, le auguro un grande campionato, se lo merita, ha un pubblico affezionato come pochi"

d.e.