Uccio, l’assistente di Valentino Rossi: “Era più bravo di me anche a scuola”

L'intervista. Salucci da sempre al fianco del Dottore: “Dalle elementari”

Valentino Rossi e Alessio ‘Uccio’ Salucci

Valentino Rossi e Alessio ‘Uccio’ Salucci

Tavullia (Pesaro e Urbino), 24 ottobre 2015 - Ripubblichiamo l'intervista, uscita il 2 novembre 2014 sul Carlino Pesaro, ad Alessio Salucci da Tavullia, meglio conosciuto come «Uccio».

Perché e da quando?

«“Uccio” da Salucci, dai tempi delle scuole medie».

 

Che mestiere fa nella vita?

“Boh, faccio l’“Uccio”, l’assistente di Valentino Rossi...».

 

Il tuttofare, l’amico del cuore...

«Diciamo l’assistente, amici fuori, lì dentro si lavora».

 

Per esempio chi guida ilmotorhome col quale vi trasferite?

«Sempre io».

 

Da quanto è con Valentino?

«Ufficialmente dal 1998 ma ero con lui da sempre anche prima».

 

Con Valentino eravate compagni di scuola fin dalle elementari. Almeno lì lei era il più bravo?

«No».

 

Adesso che finisce il mondiale cosa farà? Va dallo psicanalista, zappa l’orto...

«Faccio l’impiegato, gestisco il TeamVr46 e l’Academy».

 

Da cosa si accorge se Valentino è più o meno in forma?

«Dal warm up, anche se con lui non si sa mai, è fatto per la gara».

 

Come passate il tempo in attesa di scendere in pista?

«C’è un cerimoniale da seguire: prima Valentino fa un meeting tecnico, poi un quarto d’ora di bicicletta, poi mangia...».

 

Menù?

«Pasta, formaggio grana, acqua minerale naturale».

 

Mangiate insieme?

«Sì».

 

E di che parlate?

«Di cose in generale, in quel momento di solito non si parla mai molto della gara».

 

Un momento più esaltante fra i tanti esaltanti vissuti?

«Il primo mondiale del 2001...».

 

C’è un motivo particolare?

«Sì, fin da bambini parlavamo sempre di volere diventare campioni del mondo delle 500».

 

Altri?

«Tanti, Welkom 2004, Phillip Island, il titolo del 2008».

 

E deprimenti fra i pochi vissuti?

«ll 2011 alla Ducati, abbiamo capito subito che ci sarebbero stati problemi».

 

Qualche rammarico?

«I due anni alla Ducati, si poteva fare meglio».

 

Lei sa guidare una moto?

«Guido su strada, ma ho guidato anche la Yamaha di Valentino in pista».

 

Cosa capisce di motori?

«Tecnicamente poco, ma ormai capisco per abitudine».

 

Durante le gare quanto fatica a vederlo guidare dai box mentre segue Valentino sullo schermo?

«Molto più di lui, perché almeno lui sa cosa sta facendo».

 

E Marc Marquez è davvero imbattibile?

«No, fino a metà stagione ha avuto un mezzo superiore, poi la Yamaha è cresciuta ed è cresciuto soprattutto Valentino».

 

Morale?

«Sarà fondamentale l’anno prossimo. Se facciamo buoni test invernali penso che lo possiamo anche fregare».

 

Come giudica questa stagione Valentino?

«Ottima».

 

Come si vive accanto a un monumento?

«Per me lui è normale, mi rendo conto che è un grande quando usciamo».

 

Lei è scaramantico?

«Lo ero, poi le cose sono andate anche male, ho capito che era una cosa che mi legava e allora basta».

 

Si rende conto che la sua è una vita particolare?

«E’ vero, è anche piena di tensioni, ma è vero».

 

Da piccolo cosa voleva fare da grande?

«Volevo andare a vedere le moto ed è quello che ho fatto».

 

Che dice Valentino di Valencia, la gara finale della stagione?

«Vuole andare forte anche se non è la sua pista preferita».

 

L’importante è...?

«Tenere dietro Lorenzo».

 

Perfetto. Vinceremo un altro mondiale?

«Ci proveremo» .