Nazionale sorde col cuore pesarese: un trionfo

Basket: dietro alla vittoria dell’Europeo il lavoro del direttore tecnico Beatrice Terenzi e della responsabile comunicazione Elisabetta Ferri

Il trionfo

Il trionfo

PESARO

di Benedetta Iacomucci

All’inizio, non era neanche una squadra di basket. Una giocava a tennis tavolo, un’altra non aveva mai fatto sport, la stessa capitana veniva dal calcetto. Per allenarsi, nella palestra di Borgo Santa Maria, scendevano in campo anche delle udenti, perché le sorde non bastavano a comporre la rosa. Eppure ogni martedì sera erano lì: da Olbia in nave, da Messina in aereo, da Bergamo in auto con mamma e papà. E ad aspettarle – era il 2010 – c’erano sempre loro, Beatrice Terenzi ed Elisabetta Ferri, le ’socie’, come amano chiamarsi tra loro, perché dacché si ricodino, non c’è battaglia per la quale non siano partite insieme. E stavolta la battaglia l’hanno vinta a Pescara, conquistando il titolo europeo con la Nazionale italiana di basket sorde, battendo in finale la Russia 63 a 61. Un doppio primato: il titolo più importante per la giovanissima Nazionale femminile, e il titolo che mai la Nazionale maschile – che calca i parquet da molto più anni – è riuscita ad agguantare.

Una vittoria frutto di passione, tenacia, talento, ma anche di quella sana follia che ha portato Beatrice Terenzi, direttore tecnico della Nazionale, a lanciarsi in un’impresa che ai tempi pareva inimmaginabile anche agli stessi dirigenti della Fssi, la federazione che cura gli sport dei sordi in Italia. E che ha convinto tante realtà economiche locali – Ranocchi, Banca di Pesaro, Sauro Prodi e Natascia Baiocchi in questo caso – a credere nello stesso sogno. E il palmares ha cominciato a riempirsi: Bronzo agli Europei di Salonicco nel 2016, Bronzo alle Olimpiadi in Turchia nel 2017, ed ora l’Oro agli Europei. Un Oro ancora più sudato ed eroico, perché arrivato dopo un’emergenza sanitaria che ha drammaticamente isolato le atlete, rinchiuse in un confinamento totale, dove anche la lettura del labiale, per via delle mascherine, era loro preclusa. Poi, a maggio, il riscatto.

"Abbiamo fatto un raduno a Roseto degli Abruzzi – spiega Terenzi –. Fisicamente le atlete erano molto indietro, ma le motivazioni erano fortissime. E’ come se lo sport le avesse fatte uscire da una condizione di isolamento in cui, a causa della loro sordità, credevano di dover stare. Ora vogliono mostrarsi, sono giustamente orgogliose delle loro conquiste, e non si vergognano più della loro condizione. Una di loro se l’è scritto addirittura sulla pelle: si è tatuata un megafono con la scritta ’off’ dietro l’orecchio. Adesso non vediamo l’ora di partire per il Brasile, per le Olimpiadi del 2022".

E, magari, prima, un salto al Quirinale da Mattarella con il ’gancio’ della ministra per la Disabilità Erika Stefani, che ha già fatto giungere le sue congratulazioni alle ragazze.