Pesaro e Trieste alle prese con gli acciacchi

Cheatham e Charalampopoulos lavorano ancora a parte, Delfino invece ha ripreso. Sull’altro fronte Pacher a riposo, Bartley c’è

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Il calendario corre verso la prima di campionato e tutte vogliono arrivarci nelle migliori condizioni, cercando di risolvere gli ultimi incidenti di percorso. Se lo staff della Vuelle lavora per il pieno recupero di Cheatham, Charalampopoulos, che ieri hanno svolto lavoro differenziato mentre Delfino ha ripreso con la squadra, anche Trieste ha il suo da fare con gli acciacchi di A.J.Pacher, dolorante alla spalla sinistra dopo un forte contatto di gioco nell’ultima amichevole con Treviso. Probabile che il lungo rientri gradualmente nel corso della settimana ma non sembra in dubbio per domenica, così come Frank Bartley che ha preso una botta alla testa ma la Tac è negativa e l’esterno americano ha già ripreso ad allenarsi ieri. Fuori invece Alessandro Lever, operato al ginocchio: non rientrerà fino alla fine di novembre.

"Abbiamo avuto una preseason molto complessa - racconta coach Marco Legovich -. Stiamo lavorando da quasi due mesi, eppure questo gruppo non ha potuto disputare nemmeno un allenamento al completo. Gli stranieri sono arrivati scaglionati, qualche acciacco, si è infortunato Lever, poi è arrivato Spencer dopo aver rilasciato Fayne. Non cerco alibi, constato l’evidenza: chi si è fermato non l’ha fatto per noie muscolari, ma a causa di fortuiti scontri in partita o in allenamento".

La leadership del gruppo, molto rinnovato, è in mano all’esperto Frank Gaines, un ex passato come una meteora a Pesaro, l’unico posto dove non ha crivellato le retine: "Un elemento di grande istinto, come ha dimostrato a Caorle risolvendo con due bombe la partita contro Treviso. Si prende le responsabilità, si mette a disposizione del gruppo e si è allineato a quello che gli viene chiesto. Gaines è un leader tecnico, riconosciuto dalla squadra. Non è uno che fa rumore ma sa farsi sentire, tante volte l’esempio vale più delle parole".

Quanto al coach, appena 30enne, si ribella al ruolo di ’rookie’ della panchina che tutti sottolineano, anche perché faceva già parte dello staff triestino, come assistente, dal 201516: "Sono stufo di venir associato all’aggettivo giovane. Certo, non posso negare quello che dice la carta d’identità, ma in Italia quest’etichetta mette in secondo piano i ruoli e le qualità. Mi piacerebbe venir considerato per come sono. Faccio l’allenatore. Non il giovane allenatore".

Il primo banco di prova per lui sarà severo, visto che dall’altra parte della barricata si ritroverà uno dei veterani del campionato, oltre che riconosciuto stratega come Jasmin Repesa; ma in campo poi ci vanno i giocatori e l’adrenalina all’esordio è sempre altissima, oltre che vincere su un campo caldo e di grande tradizione come quello di Trieste non è mai stato facile. Sarà strano non vedere in campo la faccia ’amica’ di Daniele Cavaliero che ha appeso le scarpe al chiodo dopo una lunghissima carriera, cominciata e conclusa nella sua città. Un privilegio per pochi.

Elisabetta Ferri