Pizza cambia idea sull’ingresso "Il mio contributo come sponsor"

Il titolare dell’Italservice rinuncia ad un ruolo dirigenziale in Vuelle e all’acquisizione delle quote "Sarà un anno di transizione perché non ho un sostituto come presidente per il calcio a cinque"

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di Elisabetta Ferri

Ieri in visita dalla famiglia Beretta, la prossima settimana a cena con Lorenzo Pizza. Sono cominciate le grandi manovre della società per cercare di aumentare il budget e provare a presentare a Luca Banchi una proposta che possa farlo desistere dall’addio già annunciato nel dopo partita di giovedì. Il coach ieri è tornato a Grosseto, ma nei prossimi giorni rientra in città per una chiacchierata con il club che si giocherà l’ultima carta per convincerlo a rimanere. "Lo sapevamo che era un rapporto a tempo – ha detto Banchi – è stato straordinario, ho vissuto emozioni uniche e ringrazio Pesaro per avermi regalato momenti di autentica felicità".

L’incontro con il main sponsor che si è tenuto ieri potrebbe anche riservare delle sorprese (se oltre al marchio Carpegna Prosciutto entrasse in gioco anche Beretta), mentre Pizza ha già messo le cose in chiaro: il suo contributo non mancherà, ma saranno ridimensionate un po’ le volontà espresse al nostro giornale il 9 marzo scorso, quando si diceva pronto a prendere una parte delle quote della Vuelle, affiancando Ario Costa come vice presidente.

"Per quest’anno entro come sponsor, con una cifra comunque importante, che stabiliremo la prossima settimana. Ho deciso di non compiere il passo ulteriore dell’ingresso in società per vari motivi – spiega il titolare dell’Italservice -: il primo è che non ho trovato un sostituto che prenda la presidenza del calcio a cinque, nessuno se la sente pur avendomi alle spalle come main sponsor e non posso fare il dirigente in due club, gli impegni sarebbero troppo gravosi, visto che ho anche un’azienda da mandare avanti e una famiglia. Il secondo è che la Vuelle è una struttura molto ben costruita ed una figura come la mia non la vedo necessaria a livello dirigenziale, penso sia più importante sostenerla da un punto di vista economico. In futuro vedremo, ma ora sarebbe prematuro".

Una sponsorizzazione, già iniziata con l’acquisto di Mejeris, che sarà stipulata senza ingresso nel Consorzio nè spazi sulla maglia: "Il mio è un prodotto industriale che non arriva al consumatore finale, quindi lascio spazio sulla casacca di gioco ufficiale a chi vende al pubblico. Per la mia azienda sono sufficienti led e cartelloni pubblicitari al palasport, insomma altre forme di marketing. Definiamolo un anno di transizione anziché un ridimensionamento, non potevo lasciare sui due piedi un mondo a cui ho dato tanto, con 300 ragazzini nel settore giovanile. Quello che ridimensiono giocoforza è la squadra di calcio a cinque, perché i regolamenti consentono di tenere solo quattro stranieri: quello che risparmierò andrà sul basket".

Il budget, sempre da lì bisogna ripartire per un progetto. La mancanza di una coppa sembra ormai diventata una discriminante per riuscire ad agganciare giocatori che vogliono una vetrina internazionale, ma onestamente le coppe Fiba che hanno un’esposizione mediatica molto minore e costano tanto in termini di trasferte, sono un gioco che spesso non vale la candela perché se non hai un organico all’altezza di reggere due fronti rischiano di prosciugarti energie per il campionato.