Prove di riavvio Vuelle testa Mazzola

Il giocatore è stato provato dopo il recupero da preparatore e vice: "Feed-back tutti positivi".

Prove di riavvio  Vuelle testa Mazzola
Prove di riavvio Vuelle testa Mazzola

Venerandi come sono andate le prove tecniche di riavvio con Mazzola?

"Valerio è stato qua due giorni in cui ha lavorato sia con me in sala pesi che con il vice Giacomo Baioni sul parquet per verificare la sensibilità e la stabilità degli appoggi dopo la riabilitazione seguita all’infortunio. I feed-back sono stati tutti molto positivi. Ci ha dato una mano un ragazzo dell’Under 19 sui movimenti di end-off ma il lavoro è stato individuale e senza contatto per vedere come rispondeva. Ci rivedremo ancora la prossima settimana ma devo dire che anche psicologicamente l’ho trovato sereno e, siccome le cose vanno bene, sente di essere sulla strada giusta. Al ritiro sarà regolarmente al suo posto, ma comunque in accordo con lo staff medico dovremo avere particolare attenzione sulle modalità di rientro con la squadra visto che sono otto mesi che non gioca più".

Come valutare invece la preparazione che già sta svolgendo Visconti in maglia azzurra e che potrebbe arrivare per il raduno, ma anche no se Pozzecco riterrà di portarlo ai Mondiali?

"L’aspetto sostanziale di questa sua esperienza è la motivazione: Riccardo è un ragazzo che vive molto sull’onda dell’entusiasmo e delle emozioni e questa è la sua prima avventura vera in Nazionale con i titolari, quindi accumulerà una ricchezza nel lavorare tutti i giorni vicino a personaggi come Melli e Datome che gli sarà utile in futuro".

E agli altri giocatori che cosa avete raccomandato per arrivare pronti al raduno?

"Gli altri ragazzi italiani, con cui c’è già una conoscenza approfondita, lavorano seguendo le nostre indicazioni sulle proprie caratteristiche e punti deboli. Mentre con gli stranieri ho preso contatto avendo subito un riscontro di grande disponibilità ed entusiasmo: in pratica non vedono l’ora di arrivare e inserirsi in questa nuova realtà".

Gli stranieri, eccetto Schilling, sono tutti 30enni e oltre: come valuta questo fattore?

"Bisogna prima conoscerli, ma mi sento più sicuro perché i veterani sanno come gestire il proprio corpo e di conseguenza anche le proprie forze e debolezze. Appena arriveranno faremo un check, non solo fisico, per capire su quali punti lavorare. Ma comunque chi ha alle spalle tanti campionati ha anche un suo metodo di lavoro, per cui troveremo dei punti d’incontro".

Il ritiro durerà un po’ meno del solito, come mai?

"Perché è il tempo giusto e sufficiente per impostare i concetti base di una stagione e oltretutto con il pacchetto italiani, cioè mezza squadra, ci conosciamo già molto bene. Inoltre tutti gli stranieri hanno esperienza nei campionati del vecchio continente, quindi l’inserimento sarà più agevole. Non essendoci più la sede di Borgo Pace a disposizione rimarremo una sola settimana a Carpegna".

Qual è l’aspetto più importante di questo periodo di preparazione?

"Il segreto è la chimica, perché una serie di buone individualità deve diventare una squadra. Se la trovano fra loro, verrà fuori una buon gruppo e lo senti subito se c’è feeling quando si conoscono e si approcciano: se funziona, tutte le difficoltà possono essere superate. Si gioca tutto qui e noi dello staff, ognuno con le proprie competenze, dovremo essere bravi ad interpretare le singole persone e convogliare le energie verso un’unica direzione".

Elisabetta Ferri