"Questa Vuelle ha un bel potenziale umano"

Magnifico: "Ragazzi per bene e disponibili come piace a Repesa, stiamo aumentando i carichi, abbiamo dieci atleti all’altezza"

Magnifico, a che punto è la Vuelle a meno di venti giorni dal via?

"Stiamo caricando ancora, dosando grazie all’esperienza del preparatore Venerandi e naturalmente del coach, e in base a come la squadra risponde. L’intensità in allenamento è sempre alta, il livello di concentrazione pure, non ci sono allenamenti blandi con Repesa e sono ancora tante le cose da mettere dentro il bagaglio tecnico-tattico del gruppo".

Delfino è tornato?

"E’ rientrato proprio ieri in Italia, avrà un po’ di riposo concordato con l’allenatore e poi gestiremo gradualmente il suo inserimento: con Carlos non dobbiamo correre, anzi bisogna tenere a freno il suo entusiasmo".

Il livello delle amichevoli si alza: domani con Milano, il 24 settembre col Bayern Monaco. Come prendere questi impegni?

"La pre-season è impostata in modo graduale, ora si cercano ostacoli più difficili da saltare per rodarsi al campionato. Ma per lo staff non conta tanto il risultato, piuttosto lo sviluppo delle situazioni di attacco e difesa: le amichevoli servono per fare una verifica sullo stato di forma dei giocatori e sulla progressione tecnica del gruppo".

Presentati Kravic e Charalampopoulos: come li inquadri?

"Vasilis mi dà l’idea di grande affidabilità a livello realizzativo e sarei contento per lui se qui potesse sviluppare tutto il potenziale di cui era accreditato da giovane. Kravic è sempre a servizio della squadra e ci può dare ancora più presenza a rimbalzo di così".

Entrambi hanno sottolineato la compattezza dello spogliatoio, quanto conta nella stagione di una squadra?

"Molto, perché sentirsi a proprio agio all’interno di un gruppo è un aspetto primario. Devo dire che da quando sono tornato in questi tre anni abbiamo sempre avuto gruppi formati da ragazzi perbene, ma essere ben disposti l’uno verso l’altro non è scontato e mi pare che invece in questa Vuelle sia una caratteristica spiccata. Repesa mette molta attenzione al carattere dei giocatori che sceglie, quasi più che all’aspetto tenico-atletico. Ad esempio Cheatham assomiglia molto a Cain come persona, sempre tranquillo e positivo, pronto a dare una mano, sembra un padre di famiglia coi ragazzi".

Apriamo una parentesi sulla Nazionale: brucia l’eliminazione con la Francia a chi alla maglia azzurra ha dato tanto come Walter?

"C’è amarezza per come è stata persa una gara giocata con orgoglio, che meritavamo di vincere. Ma questa Italia, senza pivot di ruolo, e menomata poi dall’infortunio di Gallinari ci ha stupito ed emozionato, hanno sopperito con il cuore. Mi spiace solo che assi come Melli, Polonara e Fontecchio siano dovuti andare all’estero per diventare giocatori top".

La vostra scelta di schierare 6 italiani e 4 stranieri va in questo senso?

"Ci fa onore, diamo a sei ragazzi la possibilità di diventare giocatori importanti. Alla fine dei conti quando hai dieci giocatori buoni come i nostri, che differenza fa la nazionalità?".

Elisabetta Ferri