LMV
1
VIGOR SENIGALLIA
2
LMV Urbino (4-2-3-1): Fiorelli 6; Nisi 6, Fontana 6, Giunchetti 6,5, Mattioli 6,5; Morani 6, Borioni 5 (39’ pt Pagnoni 6,5); Saine 5,5, De Angelis 7, Cissè sv (18’ pt Tamagnini 7); Renzi 6 (24’ st Angelini 6) All. Mensa 6 (Montalti squalificato)
Vigor Senigallia (4-3-3): Sarti 6,5; Tomba 6 (24’ st Olivi 6), Marini 6,5, Rotondo 6,5, Bartolini 6; Baldini 6 (27’ st Mancini 6), Gambini 6,5, Paradisi 6,5; Carsetti 6 (35’ st D’Errico sv), Pesaresi 7, Orciani 6,5 (17’ st Marcucci 6) All. Clementi 6,5.
Arbitro: Bini di Macerata 6.
Reti: 25’ pt e 27’ pt Pesaresi, 44’ st Tamagnini.
Note: 250 spett. (50 ospiti), ammoniti Mattioli, Pagnoni, Morani, Saine, De Angelis, angoli 1 a 3, recupero 3’ + 4’.
Vigor Senigallia che ritorna alla vittoria dopo due pareggi sfruttando due regali della giovane difesa urbinate. Partita che gira nell’arco di due minuti e feltreschi costretti a scalare l’Everest per rimettere in piedi il risultato. Purtroppo la prodezza di Tamagnini (eurogol da 25 metri) è arrivata tardi. La prova più che generosa dell’Urbino ha comunque evidenziato anche oggi che ci sono grossi limiti offensivi.
Cronaca: al 3’ Fiorelli devia la punizione tagliata di Paradisi e nel cadere si fa male, ma poi si riprende. . Pesaresi (15’) si presenta tutto solo davanti a Fiorelli, prova il pallonetto ma l’esperto portiere locale ci mette una pezza. Al 25’ nella rete di fitti passaggi tra portiere e difensori s’inserisce quella vecchia volpe di Pesaresi che infila la porta vuota. Errore che si ripete a centrocampo (27’), contropiede tre contro uno e per il bomber vigorino è doppietta. Saine, in giornata no, la può riaprire al 35’ ma tira su un avversario con la porta semi vuota. Ripresa, al 4’, ci prova Tamagnini, diagonale murato. Pagnoni ci prova al 10’ da fuori area, il portiere devia sulla traversa. Sciupa Orciani, al 14’, quando invece di servire Pesaresi tutto solo tira da posizione defilata. Bel diagonale di Tomba al 19’, Fiorelli salva. La grande conclusione da fuori area di Tamagnini al 44’ riapre però i giochi troppo tardi.
Giuseppe Stulzini