Vis, Sassarini: "Voglio tornare ad osare"

Il tecnico presentato ieri in Comune: "Non me ne sono mai andato da qui, ho trovato una società seria e preparata, la Prato nel mio cuore"

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Per David Sassarini la Vis è stata tutto: empatia, follia, terapia. "In questi anni di alti e bassi, quando avevo bisogno di ricaricarmi, andavo a rivedermi le immagini di quei tempi, con la Prato piena". E questa è la terapia. Quanto alla follia, il tecnico ha usato la citazione di un collega: "Il giorno che si perde anche l’un per cento del coraggio, si diventa allenatori mediocri". Ammettendo poi: "Ultimamente mi sono un po’ normalizzato, vestendo un abito che non è il mio. Voglio tornare ad osare". Promettendo "un’idea di campo che non si è mai vista". Il ritorno del ‘Sax’, presentato in una sala del Consiglio popolata

anche di tanti tifosi, è stato tutto questo e molto altro. Su tutto, la voglia di tornare a divertirsi: della società che ha voluto il

tecnico spezzino, della piazza, del sindaco. Tanto che alle prime parole di Marco Ferri ("Sarà una presentazione veloce, sappiamo tutto di lui"), dal fondo si è levato uno stentoreo "E’ il numero uno". Seguito da un applauso. Prontamente rintuzzato dal mister: "Troppo buoni".

Ferri gli ha raccomandato solo una cosa: "Di non fare come nel

2016, che mi avevi detto: le prime 5 le perdiamo" (difatti non fu una gran partenza, ndr). Stavolta non te lo perdono".

Sassarini ha parlato di pancia, per sua ammissione. Niente di preparato, priorità alle emozioni di questo ritrovarsi. Ha vissuto anche di nostalgia: "Vi ho sempre seguito, guardavo le vostre partite e ogni volta il pensiero tornava lì". Così, quando è arrivata la chiamata del direttore Menga, è trasecolato: "Non me l’aspettavo, avevo in mente l’estero, la Turchia. Il primo incontro è stato una scoperta, la scoperta della società, perché Pesaro già la conoscevo. Mi richiama alle 22,30: devi venire a Pesaro domani. Ho conosciuto una società oculata, riservata, seria. E alla fine il presidente Bosco: mi ha detto le cose che avrei voluto sentirmi dire".

I passi successivi: "Ci siamo messi subito al lavoro. Mai vissuto un momento così intenso sulle strategie". E poi quelle che chiama sincronie: "Uno staff tecnico di prim’ordine, naturale condivisione di idee. E la sensazione che la base sia forte". Per arrivare ad ammettere: "E’ la prima volta in C che vedo un presidente che patrimonializza. Altrove puntano tutto sul bomber, qui si costruisce un centro sportivo".

Michele Menga, mostrando comunanza di vedute anche su Pesaro ("La città mi emoziona"), ha definito l’arrivo di Sassarini un fulmine a ciel sereno, ma "una scelta voluta da tutti noi". E da "una società molto cresciuta in questi anni", secondo l’assessore Della Dora. Il sindaco Ricci ha parlato di "un grande ritorno". E siccome "quando Sassarini è stato qui ci ha fatto divertire molto, quest’anno vogliamo tornare a farlo. Con in più i risultati". Arrivando perfino a chiedere di "porre le premesse per la B".

Questa Vis intanto attira giocatori. Vedi Di Paola, soffiato al Piacenza. Che Sassarini giudica "forte nel tiro e nelle scelte", e che vede vicino alla porta affiancato da due giocatori di gamba.

Dai tifosi una sola richiesta: di riportare entusiasmo. E di proporre un calcio da far vedere ai bambini. Come sfondare una porta aperta. E il Benelli deve fare la sua parte, ha replicato il mister. "Come quando riuscivamo a fare anche 30-40 riaggressioni (tentativi di riconquistare palla, ndr) a partita. E in trasferta solo la metà. E io spiegavo al match analist: è la gente che gioca con noi".