Vis, si apre il ciclo più importante Gli scontri diretti decideranno tutto

La buona prova con il Padova macchiata dal solito varco aperto al centro, ora Fano, Imolese, Arezzo e Fermana

Padova è distante da Pesaro e la Vis è distante dal Padova. Più dei 34 punti di differenza in classifica, lo dicono i risultati recenti: quattro sconfitte su quattro nelle ultime due stagioni, con i seguenti risultati: 2-0, 4-0, 5-3, 2-0 e con i cecchini veneti a infierire allegramente. Sono invece cinque i ko su sei confronti totali, laddove l’unico risultato positivo è un 3-3 conquistato al

Benelli nel lontano 1980-81 (serie C2), stagione conclusa coi biancoscudati promossi e i vissini retrocessi. La partita di domenica è stata però quella che più di tutte ha mascherato l’ampio divario. Almeno per 60 minuti. Quelli in cui la capolista non ha mai trovato la porta e la Vis cadenzata nelle due fasi dai tempi verbali di Di Donato è andata due volte vicina alla segnatura. Il diavolo si nasconde però nei dettagli, vedi il movimento di Nicastro sul gol che ha aperto la difesa pesarese. E qui viene spontaneo un richiamo ai portieri. Il pesarese Andrea Dini, cresciuto ex Villa San Martino, ha evitato alla leader la capitolazione, il vissino Bertinato è stato invece uccellato al primo tiro, non proprio al fulmicotone. Errore in compartecipazione con Ferrani, anche se l’allenatore giustamente non butta la croce

addosso a nessuno.

Quel gol, purtroppo, richiama una scena già vista. La Vis si è fatta infilare centralmente, su palla per così dire coperta, contro la Samb (Lescano), a Trieste (Calvano e Giorico), con la Virtus Verona (Arma), solo per restare al girone di ritorno. Colpa anche della staticità di una difesa robusta ma non sempre reattiva, efficace in altre situazioni. Come testimonia quel primo tempo nel quale Biasci, Santini e Chiricò (ottimo Stramaccioni sul fantasista mancino) non hanno visto un pallone. Fatta la giusta tara (il Padova ha una ricchissima batteria di attaccanti), verrebbe anche da chiedersi perché un numero d’autore non è mai riuscito agli avanti vissini in questa stagione, su tutti Ettore Marchi che è il più dotato. Evidentemente, non è la loro annata migliore.

Ora è tempo di voltare pagina e la successiva nel libro del campionato è di gran lunga la più importante. Ovvio, perché arriva il derby (il numero 75 in campionato, il 102 in totale compresa la Coppa Italia) ma soprattutto perché in palio c’è la salvezza. Come nelle due annate precedenti. Alla Vis per centrare il traguardo mancano una vittoria (meglio due) e spiccioli. E i risultati dovranno arrivare nell’ambito dei prossimi scontri diretti- nell’ordine Fano fuori, Imolese in casa, Arezzo fuori, Fermana in casa - per non presentarsi alle ultime due giornate (Mantova e

Sudtirol) in uno stato di bisogno. Quanto visto col Padova, in termini di principi di gioco, coesione, aggressività, tenuta nell’arco dei 95 minuti, autorizza a sperare che non ci si sia discostati dalla squadra capace di raccogliere 10 punti nelle precedenti cinque gare. Ma attenzione a rimettersi subito in riga, perché questa è anche la squadra che ha perso 17 partite su 32

(nessuno ha fatto peggio nel girone) e incassato 47 reti totali (solo 4 squadre hanno fatto peggio). Contro l’Alma rientrerà Manuel Di Paola, anche se non ci sarà Tassi, e quantomeno la Vis avrà la consistenza del suo centrocampo tipo. Lì tutto comincia e tutto finisce.