Vuelle a casa Beretta per provare a sognare

La prossima settimana spedizione in Brianza per programmare la stagione che verrà. Ora gli sponsor sanno come si fa a vincere

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Martedì scorso il rompete le righe con la cena dei saluti, ristretta a pochi intimi; qualche giorno per tirare il fiato fino al week-end e poi la Vuelle metterà subito le marce alte: nella settimana entrante infatti, è in calendario l’incontro con la famiglia Beretta. Costa e Amadori illustreranno i ’desiderata’ per la prossima stagione e non ci sarà bisogno di spiegare tante cose perché ormai i signori del prosciutto di Carpegna hanno capito bene come funziona il giochino. Due stagioni appena nella pallacanestro sono state sufficienti al main sponsor per rendersi conto che basta poco per cambiare volto ad un campionato. Se nel 201920 la Vuelle era stata la grande delusione, chiudendo - prima dell’esplosione del Covid - con una sola vittoria, in pochi mesi tutto è cambiato.

Mettendo al comando un condottiero navigato, alzando un po’ l’età media e la qualità del roster, insomma aumentando l’esperienza del gruppo nella sua globalità, Pesaro è stata considerata da tutti, sino alle fatidiche Final Eight, la rivelazione dell’anno. Ed anche quello che è successo dopo, con il crollo improvviso della squadra, è stata un’esperienza chiarificatrice: basta sbagliare una mossa per fare passi indietro come i gamberi. Che può essere stata quella di concedere una settimana di vacanza ad una truppa già troppo euforica per la finale di Coppa Italia, o il non aver valutato che disputare anche tre sole partite senza un americano poteva essere fatale per la posizione in classifica.

Va detto che dopo l’infortunio di Massenat dovendo scegliere fra sostituire Frantz o prendere un cambio di Cain - per fare entrambe le operazioni non c’erano soldi - è stata fatta la scelta giusta, perché Gerald Robinsom ha fatto lievitare i compagni, ma dopo la sua partenza si è pagato dazio sotto i tabelloni.

Tutto questo Andrea Beretta, che fra tutti i componenti della famiglia è quello che si è appassionato di più, lo sa: ha cominciato a comprendere i meccanismi che fanno funzionare una squadra di basket. Probabile che si chiederà loro di fare uno sforzo in più per mantenere alte le aspettative.

Ma, dall’altra parte, anche Repesa, se veramente vuole rimanere in questa città che lo ha eletto imperatore, dovrà fare un passo verso il club. Da quel che ci risulta, infatti, la società gli è già venuta incontro adeguando il suo ingaggio rispetto all’aumento che era comunque previsto per il secondo anno e che andrà a crescere ancora nella terza stagione. Insomma, è vero che ogni anno il tecnico croato può uscire dal contratto, ma è anche vero che ogni anno la società cercherà di accontentarlo sempre più. Sembra che sulla terrazza del Club Nautico, Amadori si sia di nuovo sbilanciato: fra una portata e l’altra sono rimbalzate promesse di provare ad alzare ancora l’asticella, come chiesto da Repesa. La settimana prossima non esiste perciò fumata grigia: o è bianca, e si va avanti insieme, o è nera e ci si separa. Temporeggiare sino al 20 giugno, quando scadrà la clasuola di uscita del coach, metterebbe la società in grosse difficoltà nel trovare poi un sostituto all’altezza.

Elisabetta Ferri