"Vuelle, adesso cominciamo a fare sul serio"

Chiuso il precampionato, coach Repesa traccia il bilancio: "Bisogna avere pazienza per metabolizzare un sistema di gioco"

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E adesso si scaldano i motori. La prossima domenica si giocherà per i due punti. Archiviato il precampionato con 5 vittorie e 2 sconfitte, entrambe contro formazioni di Eurolega, la Vuelle comincia a mettere il mirino su Trieste, la trasferta che aprirà il campionato sperando di essere al completo: la distorsione alla caviglia di Cheatham, capitata alla vigilia del torneo di Teramo è stata lieve, il fastidio al polpaccio avvertito da Charalampopoulos sabato sera è stato valutato ieri, ma dalla società non si sono accesi allarmi.

"Per la prima volta in questa pre-season abbiamo accusato dei problemi fisici e siamo rimasti troppo corti per affrontare due partite in due giorni – riconosce coach Repesa – per questo ero preoccupato che domenica si potesse far male qualcun altro. Per fortuna è andata bene, anzi vorrei fare i complimenti ai ragazzi perché contro Verona abbiamo giocato in sette e siamo riusciti a stare sul pezzo, nonostante nell’ultimo quarto fossimo stanchi. Negli altri 30 minuti abbiamo difeso bene, abbiamo corso meglio e le linee in transizione erano buone. Ora ciò che mi interessa in questa settimana è recuperare chi era acciaccato e inserire Delfino: non sarà semplice perché nel frattempo dobbiamo anche preparare una partita".

Non è sembrato condizionato dalla debacle patita il Bayern, il coach, anche perché la sera dopo i suoi avevano già reagito.

"I risultati del precampionato non contano davvero nulla, come ho già spiegato non sono l’obiettivo di un allenatore durante la preparazione. E’ importante vincere perché accresce la mentalità del gruppo, ma si lavora per migliorare gli aspetti più importanti del nostro gioco e apportare le correzioni, per farsi trovare pronti quando inizia la stagione".

Kravic è parso un poco più indietro dei compagni…

"Parlare dei singoli non mi piace, la stagione è lunga dobbiamo inserire ognuno al meglio delle sue caratteristiche, ci sono molti giocatori nuovi nel gruppo e io sono un coach nuovo per molti di loro, ci vuole tempo per metabolizzare un sistema di gioco - conclude - e non è con una settimana di lavoro che possono cambiare le cose, si progredisce piano piano e bisogna avere pazienza. L’importante è la disponibilità dei ragazzi, la voglia di fare bene. Sono queste le cose che contano e che poi alla fine pagano fino in fondo". Si comincia a sentire in giro il profumo delle battaglie che contano.

Elisabetta Ferri