A volte bisogna anche riavvolgere il film all’indietro per capire il finale. Lo abbiamo fatto con il diesse Stefano Cioppi per ripercorrere una stagione che dopo 8 giornate vedeva la Vuelle con una sola vittoria. "L’annata era partita con grande entusiasmo perché Aza Petrovic è un allenatore empatico, che ha carisma, ma abbiamo fatto delle scelte sbagliate, ben presto sottolineate apertamente dallo stesso Aza, tanto che siamo andati a prendere Larson a tempo di record quando forse avremmo potuto avere meno fretta e scegliere meglio fra ciò che proponeva il mercato in quel ruolo. Per fortuna l’unica partita vinta con Petrovic in panchina è stata quella giusta, contro Trieste, un risultato poi rivelatosi decisivo per qualificarci ai playoff. Lui ha fatto poi un gesto di grande signorilità umana, riconoscendo la sua difficoltà nel proseguire la stagione e facendo un passo indietro". Ed ecco l’arrivo di Banchi, che si rivela la svolta: come avete fatto ad arrivare a lui? "Non era facile a quel punto trovare un sostituto, vista la situazione. Devo dire che Luca ha avuto veramente un grande coraggio, con il suo palmares, a prendere una squadra in tale difficoltà. Siamo stati bravi anche noi a convincere uno dei migliori allenatori d’Europa a sposare la causa, ma lui era talmente carico che già al debutto a Venezia potevamo sbancare e forse la scalata sarebbe iniziata anche prima. Invece il processo di miglioramento è stato graduale, passando per il pesante ko casalingo contro Napoli che, paradossalmente, ha girato la stagione". Anche in questo caso il coach non ha sbagliato mossa, vogliamo ricordarlo quest’episodio? "Ha convocato la squadra domenica mattina per un allenamento fasciati e senza regole, dopo la gara persa sabato sera: sono volate botte da orbi, con Delfino a trascinare tutti in una giornata che ha segnato l’inizio ...
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