"Vuelle più italiana, una scelta intelligente"

A pochi giorni dalla prima di campionato Michele Maggioli spinge Totè: "Credo in lui dai tempi di Jesi, se si trova a suo agio può esplodere"

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di Elisabetta Ferri

Maggioli, lo segue ancora il basket?

"Certo, la pallacanestro mi appassiona ancora. Seguo con affetto soprattutto Pesaro, Jesi e Imola, società con cui ho avuto un rapporto speciale".

Che ne dice di questa Carpegna Prosciutto di marca italiana?

"Una scelta intelligente perché ti permette di creare una base con un’identità forte di giocatori che conoscono il campionato e sanno cosa significa vestire la maglia della Vuelle. Serve ad instradare gli americani ai quali devi spiegare cosa vuol dire retrocedere ma anche consigliare di evitare gesti verso il pubblico su certi campi. Insomma aspetti culturali del vivere da noi. In A2, dove ho giocato tante stagioni, è ancora così: gli stranieri sono solo due e sono gli italiani a dare l’impronta al gruppo".

C’è un lungo che conosce bene e che qui cerca il suo riscatto: cosa prevede per Totè?

"Mi piace un sacco, ha delle potenzialità enormi, sia per talento che per atletismo, quand’era a Jesi insistevo che bisognava costruire la squadra attono a lui. Un po’ mi ricorda com’ero io, che avevo bisogno di un contesto in cui sentirmi totalmente a mio agio per rendere al 100%. Penso che Leonardo a Pesaro stia bene e possa dare molto".

Un pensiero sugli altri?

"Considero Moretti e Tambone ottimi giocatori; Mazzola l’ho incontrato mille volte, è un duro mentre Visconti mi sembra una bella scommessa".

Ormai sembra che l’atletismo prevalga sulla tecnica, è davvero così?

"Dipende dal sistema che imposti, se costruisci in un certo modo anche una squadra molto tecnica può reggere contro il corri e tira usando il suo quoziente cestistico più alto. In A2 ci sono molti più tatticismi, in serie A tutti corrono e saltano il doppio. In ogni caso anche Antetokounmpo ha detto che in Europa è più difficile giocare per via della tattica, quindi credo che non basti essere super atleti per vincere le partite".

Che aria si respira nell’ambiente?

"Sento in giro un grande fermento, gente che ha rifatto l’abbonamento dopo anni: la squadra deve cavalcare quest’entusiasmo senza farsi schiacciare dalle aspettative. Invito tutti ad avere anche pazienza, specie all’inizio e stare vicino alla squadra: quando è tutto nuovo ci vuole un po’ di tempo ma alla fine il lavoro di Repesa porterà i suoi frutti".

Anche Michele coltiva un frutto del suo albero, come sta crescendo?

"Matteo ha avuto una maturazione fisica importante: è alto 1.85 per 85 kg, un bel toro per avere 13 anni. La passione per il basket gli è esplosa poco prima della pandemia, col passaggio dalla Delfino ai Bees, dove si è trovato molto bene. Adesso fa il salto nella Vuelle Under 14, dove sarà allenato da Enzo Belloni e Nando Labella, farà un bel pieno di esperienza".

Gli dà qualche consiglio ogni tanto?

"E’ carico da bestia, ma io non gli dico nulla, a meno che non me li chieda lui: è il suo percorso non il mio, anche se sono un ex giocatore. La mia fortuna è che mio padre faceva il muratore e non ha mai messo becco nel lavoro dei coach. E così voglio fare io".

E Michele, lasciato il mestiere di dirigente, cosa fa?

"Ho aperto un centro sportivo dedicato al padel a Fermignano, con 4 campi. In meno di tre mesi abbiamo già 600 iscritti, la disciplina è in piena esplosione. E’ stata un’idea di Gigio Gresta, con cui sono in società. Se gioco? Ci provo ma sono scarso duro, poi le ginocchia ormai sono andate, meglio servire la gente al bar e fare promozione, cosa in cui sono più bravo. Poi c’è Davide, l’ultimo nato, che ha un anno e mezzo, rimettersi a fare il papà alla mia età non è uno scherzo, richiede energie!".

La vedremo al palas?

"Verrò qualche volta, sicuro, mio figlio è abbonato e poi sento spesso Magnifico e Costa, a cui sono molto legato. Spero proprio che sia una bella stagione per la Vuelle e i suoi tifosi".