“I partiti cercano voti, i ricercatori la verità”

Sigillo d’Ateneo ad Urbino alla scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo, oggi impegnata a studiare il gene di Huntington

La scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo con il magnifico rettore dell’Ateneo di Urbino, Vilberto Stocchi

La scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo con il magnifico rettore dell’Ateneo di Urbino, Vilberto Stocchi

Urbino, 23 febbraio 2015 - Primo Sigillo d’Ateneo ieri per Vilberto Stocchi, rettore dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”.

Il prestigioso riconoscimento, riservato anche in passato a uomini e donne che hanno raggiunto importanti traguardi nel proprio campo d’azione, è andato alla professoressa e senatrice a vita Elena Cattaneo, direttrice del “Laboratorio di Biologia delle Cellule Staminali e Farmacologia delle Malattie Neurodegenerative” del Dipartimento di Bioscienze (www.cattaneolab.it) e fondatrice di UniStem, il Centro di Ricerche sulle Cellule Staminali dell’Università di Milano.

La scienziata, impegnata in particolare nella ricerca sul gene di Huntington, responsabile della omonima malattia neurodegenerativa, prima della cerimonia è stata protagonista di un lungo intervento che è servito a spiegare l’attività in laboratorio, la storia di questo gene e l’evoluzione.

L’appello - La sua, dopo che il rettore le ha rivolto la richiesta di intercedere presso il Governo per spronarlo a «mettere mano al reclutamento di giovani ricercatori» per «sbloccare del 100 per cento il turn over» e per «adottare misure che favoriscano la ricerca» è stata una vera e propria lezione di metodo e principi. «Fare scienza – ha spiegato – significa presidiare la libertà, come hanno fatto le donne di Carrara che a mani nude hanno difeso la libertà delle loro case dai nazisti. Noi scienziati abbiamo questo privilegio: ogni mattina che ci svegliamo abbiamo il bicchiere mezzo pieno e sta a noi aggiungere il rimanente 50 per cento».

Autunno del medioevo? - La scienziata, nota a livello internazionale per l’importanza dei suoi studi e che nel corso della sua carriera ha ricevuto importanti riconoscimenti, tra cui il Grande Ippocrate Ricercatore medico dell’anno 2008, assegnato per la divulgazione scientifica, ha anche spiegato l’importanza di questa difesa: «Uno scienziato – ha spiegato – riveste un ruolo pubblico nel contrastare chi tenta di smantellare la realtà». Una sfida portata avanti contro una sorta di medioevo fatto di «scie chimiche, talismani» e credenze che tarda ad abbandonare la società, tanto che anche oggi «siamo in bilico tra competenze e finzioni».

Proprio su questo sfondo la senatrice a vita (tra le poche donne in Italia a ricoprire questa carica) ha rimarcato il valore prezioso della ricerca, della volontà di sperimentare: «A me – ha detto – della scienza mi piace il coraggio. Proprio qualche settimana fa mi sono trovata al Cern, dove si pensa ad un progetto per il 2028. Ecco, credo che per guardare così avanti ci voglia grande coraggio, lo stesso che ho ritrovato in alcuni ricercatori di Losanna che si stanno dedicando allo studio dell’organizzazione sociale delle formiche. Uno si chiede: ma che cosa possiamo farcene di sapere dei movimenti e dei comportamenti delle formiche?».

Una domanda circa l’inutilità di tanto faticare che però svanisce quando arrivano i primi risultati. Magari scoprendo che tramite queste informazioni si possono risolvere problemi legati alla salute degli uomini più di quanto si possa pensare.

Il caso Stamina - Dal gene di Huntington, risalente a 800 milioni di anni fa (scoperta fatta grazie all’interessamento alle ameba, primi organismi pluricellulare a fare comparsa nel mondo) sì è così approdati ad altri discorsi, solo apparentemente di maggiore attualità. In particolare la professoressa Cattaneo ha toccato in più passaggi le vicende del caso Stamina, la cura per cui prima era stata avviata una sperimentazione ma che è poi stata bocciata da una Commissione costituita ad hoc per indagarne la scientificità.

In questo senso sono arrivare parole durissime che hanno fatto luce sulla fragilità dell’opinione pubblica, delle istituzioni e sull’attenzione che va riservata alla comunicazione: «Come è stato possibile un inganno del genere? Sarebbe bastato il decreto “Turco-Fazio” ad impedire la truffa. Come è possibile non ascoltare gli studiosi?».

Domande con una risposta molto precisa: «Ci sono state responsabilità che qualcuno ha voluto scrollarsi di dosso», a partire da «programmi televisivi trash, da giudici pietosi» per arrivare alla «politica populista».

«La sofferenza dei malati – ha ripreso Cattaneo – non può scalfire la deontologia professionale. Ciascuno nel caso Stamina ha deragliato dalla propria deontologia, ma deve essere chiaro che somministrare un inganno ad un paziente non è compassionevole».

Ogm e sperimentazione animale - In controtendenza con l’opinione più ricorrente la senatrice a vita ha poi accennato al tema degli Ogm: «Oggi – ha commentato – è vietato parlarne. Ma l’Italia è l’unico Paese in Europa che ne proibisce lo studio in campo aperto. Se gli Ogm sono così dannosi per la salute, mi domando, perché li importiamo?».

Politicamente scorretto anche l’intervento sulla sperimentazione sugli animali: «Sappiamo che se vogliamo progredire non possiamo prescindere dalla sperimentazione sugli animali. Si tratterà semmai di ribadire il principio che alla ricerca non serve né un animale di più né un animale di meno».

Agli studenti infine, non prima di aver ricordato la grande tradizione scientifica italiana fatta da nomi come quello di Rita Levi-Montalcini, è andato un suggerimento: «Non lasciate mai che la responsabilità di presidiare la libertà ricada su altri».