Bologna, 23 maggio 2013 - ECCO perché bisogna votare «B». Il Carlino scende in campo a fianco della città. «B» come Bologna, ma anche «B» come bambini. Nei cinque testi viene spiegato cosa accadrebbe se il Comune invertisse rotta. E si spiega anche quali sono i vantaggi di mantenere l’attuale sistema. Il «privato» non è infatti un privato tout court, ma un privato convenzionato, che ha le regole del pubblico e dove si paga come nel pubblico. Quindi, un «privato» che si fa «pubblico» a tutti gli effetti. A Bologna esistono 27 scuole materne paritarie convenzionate che accolgono oltre 1.700 bambini. Vi lavorano 200 persone. Dopo anni di polemiche e di pressioni (e ricorsi al Tar tutti caduti nel nulla), ‘Nuovo Comitato art. 33’ aveva presentato la richiesta di un referendum consultivo da subito osteggiato dal sindaco. E domenica si vota.

1 LA CONVENZIONE

La convenzione esiste da 18 anni e consente una scelta in più rispetto alla scuola comunale e statale che non riesce ancora ad accogliere tutti i bimbi. Il milione di euro permette di migliorare la qualità e abbassare le rette

2 I COSTI

Le scuole comunali accolgono 5.137 bambini, 1.736 nelle paritarie convenzionate. Spostando il milione di euro al pubblico, sarebbero coperti i costi per soli 175 bimbi: il 10% di quelli ora coperti dalle paritarie

3 IL RISPARMIO

Il contributo va a 27 scuole in convenzione. Per fare un raffronto: sarebbero necessari 12 milioni l’anno per il funzionamento di un numero di scuole necessarie ad accogliere lo stesso numero di bambini, cifra che lo Stato non eroga

4 NIENTE ATTESE

L’attuale sistema è conveniente e riduce le liste d’attesa perché con poco più di un milione di euro (lo 0,8% del bilancio) si garantiscono 1.736 posti convenzionati. Le liste d’attesa aumenterebbero molto se passasse la A

5 MENO RISCHI

Se dovesse passare la linea proposta dai referendari, aumenterebbero molto i costi per le famiglie. Il sistema pubblico non garantirebbe i posti necessari e si dovrebbe
quindi fare comunque ricorso al privato