Ballottaggio elezioni comunali 2019, Morrone: "Toglieremo l’Emilia Romagna alla sinistra"

Il sottosegretario alla Giustizia e segretario della Lega Romagna: "C’è entusiasmo per i ballottaggi, si respira voglia di cambiamento"

Jacopo Morrone, folivese, è sottosegretario alla Giustizia

Jacopo Morrone, folivese, è sottosegretario alla Giustizia

Bologna, 7 giugno 2019 - Come globe trotter della politica ha forse un solo competitor: il «lider maximo» del suo partito, Matteo Salvini. Jacopo Morrone, avvocato, sottosegretario alla Giustizia e segretario della Lega Romagna, in questi giorni corre da un evento all’altro, non sbaglia un gazebo o un banchetto, risponde al telefono senza sosta. Mai una frase fuori posto, niente linguaggio ruvido ma sguardo avanti e pensiero positivo. E’ iniziato il conto alla rovescia per i ballottaggi, in Emilia Romagna un evento storico. Coinvolgono, fra gli altri, centri come Ferrara, Reggio Emilia, Forlì e Cesena. Che aria tira in casa Lega? «Aria positiva, c’ è grande entusiasmo e si respira voglia di cambimento. E’ un evento storico in questa regione da sempre rossa». Piano, non avete ancora vinto. «Arrivare a questi e altri ballottaggi è già una vittoria in una regione dove il Pd storicamente riusciva ad ottenere in alcuni comuni il 70% dei consensi e mai un testa a testa finale». Pronostici? «Non azzardo previsioni. Ma sono ottimista. In alcuni comuni la vittoria è fattibile, in altri più difficile. Il Pd non è abituato a queste situazioni. In ogni caso tutto ciò significa che da parte della gente c’è un attacco ad un sistema di potere logoro e datato». La Lega vola. Quali temi avete azzeccato? «Siamo riusciti a comunicare ai cittadini i valori sui quali ci battiamo da sempre. Il primo è la sicurezza per persone e aziende, con investimenti sulle forze dell’ordine. Abbiamo dato voce ai comitatai civici dei cittadini nati spontaneamente, cosa che il Pd non fa più. Ero presente alla festa dei carabinieri di Forlì. E’ stato detto ufficialmente che in questa città i reati sono calati del 20%. Brave le forze dell’ordine, ma il merito va dato anche al governo per i provvedimenti adottati sul territorio». Bene la sicurezza, poi? «Se vinciamo, in Regione abbiamo in mente un coordinamento degli amministratori pubblici per snellire la burocrazia. Poi pensiamo, come per i Comuni, ad un assessorato alle imprese e lavoro utile a creare una corsia preferenziale allo sviluppo economico» Lega primo partito in Emilia Romagna col 33,4%. Avete preso voti anche a sinistra? «Certo, molti più di quanti si creda. La gente ha necessità di cambiamento, di una alternanza del potere che è comunque utile dopo anni di monocolore. Molti elettori ci votano senza essere leghisti». La Regione Emilia Romagna è contendibile? «Si possiamo farcela a spodestarela sinistra. E il governatore Stefano Bonaccini lo sa bene». Bonaccini si ricandida e annuncia una possibile alleanza civica. Vi mette in difficoltà? «Mi fa sorridere. Se un elettore vira verso liste civiche non è un elettore che vota con certezza a sinistra. Altrimenti il Pd, col suo sistema di potere, non sarebbe crollato». Avete già deciso il nome che sfiderà Stefano Bonaccini? «Il nome dello sfidante lo farà Matteo Salvini al momento opportuno. Ci sono tante figure, anche non politiche, che si sono avvicinate a noi. E non è detto quindi che il competitor sia un politico di professione». Uno dei temi della prossima campagna elettorale per le regionali? «Certamente la sanità. In Emilia Romagna è un sistema che funziona, ma si può migliorare e soprattutto bisogna recuperare alcune scelte sbagliate». Fuori qualche esempio. «Non si possono aprire le Case della salute e poi tollerare attese di 10 ore al pronto soccorso. Ho sentito tante promesse per ridurre i tempi ma siamo sempre fermi. La politica del presidente Bonaccini ha fatto chiudere i punti nascita di Vergato (Bologna), Pavullo (Modena), Borgo val di taro (Parma), Castelnuovo Monti (Reggio Emilia). Valuteremo con i tecnici la possibilità di riaprirle. Agricoltura: va difeso meglio il Made in Italy. Imprese: come ho detto prima vanno ridotti i tempi della burocrazia, oggi inaccettabili». Come la pensate sulla fusione dei Comuni? «Sbagliata. Vanno unificati i servizi non i municipi. I cittadini sono legati al territorio e per la Lega è un valore da difendere». Avete fatto un autogol. La maglia del Cesena calcio regalata a Salvini ha fatto arrabbiare tifosi e società. «Macchè. L’ho fatto perchè è un omaggio della città, anche se io sono milanista. La società, e capisco, non ha voluto essere coinvolta. Ma la stessa maglia è stata regata anche ad Enrico Letta e Matteo Renzi e al sottoscritto. Nessuno ha mai protestato».