Elezioni 26 maggio, l'Emilia Romagna a caccia di 235 sindaci

Più di due milioni al voto per le Comunali di domenica 26 maggio. Testa a testa nei cinque capoluoghi: c’è aria di ballottaggi. Ferrara e Forlì, attesa per i duelli più incerti

Elezioni comunali, il 26 maggio 2019 si va alle urne (foto Ravaglia)

Elezioni comunali, il 26 maggio 2019 si va alle urne (foto Ravaglia)

Bologna, 22 maggio 2019 - Ballottaggio. E’ la parola chiave delle elezioni amministrative in Emilia Romagna dalle quali domenica usciranno 235 sindaci e 3.104 consiglieri comunali. Se la sogna di notte come un incubo l’ex Gigante Rosso che vede avvicinarsi lo spettro del secondo turno nelle città e nei paesi più importanti della ‘sua’ regione. 

La intravedono come una prospettiva concreta Lega e 5 Stelle fiutando la possibilità di cambiare la geografia politica. Le vecchie roccaforti del partitone sono diventate tutte contendibili, un’eresia solo pochi anni fa. Ma adesso - specie dopo il cataclisma delle politiche 2018 quando il centrodestra in Emilia Romagna firmò lo storico sorpasso - è così nei cinque capoluoghi di provincia chiamati alle urne (Modena, Reggio Emilia, Forlì, Cesena e Ferrara) e nei comuni più grandi (Carpi, Sassuolo, Mirandola, Cervia, Lugo, Casalecchio di Reno, San Lazzaro di Savena, Valsamoggia e Fidenza). Tutti attualmente in mano al centrosinistra. Realtà e situazioni diverse, certo, ma il quadro d’insieme non lascia tranquillo un Pd reduce da una batosta ancora da digerire e come sempre logorato da divisioni interne.    La più a rischio, dopo 74 anni, appare Ferrara dove la Lega è passata dal 3.36% del 2014 al 23.74% delle politiche 2018 (che significa da 2.500 a 18mila voti). E ha deciso di mettere in campo un candidato popolare, l’ex sindaco di Bondeno Alan Fabbri, sostenuto anche da Forza Italia e Fratelli d’Italia. Mentre Aldo Modonesi, candidato del Pd, non è riuscito ad aggregare una coalizione larga.

Cosa invece centrata a Reggio Emilia dal sindaco uscente piddino Luca Vecchi sostenuto anche da cinque liste satelliti. Pure nella città dell’ex ministro Delrio tuttavia il primo ballottaggio è probabile: cinque anni fa Vecchi raggiunse al primo turno il 56%. Un’altra era: la Lega veleggiava appena sotto il 4% e i 5 Stelle al 17%: nel 2018 alla Camera passarono rispettivamente al 13.99% (da 3.223 a 17.363 voti) e 28.41% (da 13.987 a 35.262 voti).

La situazione è molto incerta a Forlì dove il centrodestra appoggia fiducioso l’ex sindaco di Meldola, il cattolico Gian Luca Zattini. A Mirandola resta da vedere se e quanto inciderà il drammatico fatto di sangue di ieri subito cavalcato da Salvini.    Ago della bilancia saranno i 5 Stelle, tradizionalmente meno forti alle consultazioni amministrative. Ci provano a Carpi, ad esempio, dove la vita politica è stata ammorbata dai veleni di un dossieraggio. Allora gli unici a stare tranquilli saranno i candidati dei 15 paesi in cui si è presentato un solo aspirante sindaco: se alla chiusura dei seggi avrà votato il 50% + 1 degli aventi diritto sarà automaticamente eletto. Per loro sarà una domenica serena. Per loro...

FOCUS Data e dove si vota in Emilia Romagna: ecco tutti i paesi che scelgono il sindaco - Elezioni europee: tutti i nomi in lizza in Emilia Romagna

Elezioni 26 maggio: guarda qui sotto la guida al voto

Ferrara: corrono in otto La Lega di Fabbri può fare il colpo

Otto aspiranti sindaco, diciassette liste, oltre cinquecento candidati a un seggio in Consiglio. Un appuntamento definito «campale» dal candidato del Pd, e addirittura «epocale» da quello del centrodestra, che mira al risultato storico. Elezioni a tinte forti all’ombra del Castello: Alan Fabbri (ex sindaco di Bondeno e capogruppo del Carroccio in Regione), candidato da Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e dai civici di Ferrara Cambia e Ferrara Civica, fa leva sui dati delle politiche 2018 e mostra sicurezza. «Il dominio del Pd e del centrosinistra ha i giorni contati», il mantra ripetuto per l’intera campagna elettorale. Secca la replica di Aldo Modonesi, assessore uscente Dem ai Lavori Pubblici (per lui, oltre al sostegno di Pd, le tre civiche ‘Gente amodo’, ‘Frazioni’ e ‘Insieme’): «Ferrara può e deve essere la città da cui parte il risveglio collettivo, in città e nel Paese. Non finirà nelle mani di chi sta distruggendo l’Italia». Inevitabile che i riflettori si posino sui due principali contendenti: gli altri non si pongono, tuttavia, come pure comparse. Roberta Fusari, assessore della giunta Tagliani, dopo lo strappo con il Pd ha promosso la propria Azione Civica, affiancata da Coalizione Civica e +Europa, nelle quali oltre ai radicali figurano anche esponenti di Articolo 1 e della sinistra in generale. Occhieggia al centro, e corteggia i delusi, Alberto Bova, candidato di ‘Italia in Comune-Ferrara Concreta’, anche lui issando la bandiera del civismo, contesa da più mani. A iniziare da Andrea Firrincieli, tenente colonnello dei Carabinieri e promotore di ‘InnovaFe’. In corsa per il Movimento 5Stelle Tommaso Mantovani, che ha strappato la certificazione ufficiale dello staff di Casaleggio ad altre due liste antagoniste. In corsa anche Francesco Rendine di ‘Gol-Giustizia, Onore e Libertà’ e Giorgio Massini di ‘Ferrara Libera’: entrambi, ufficialmente, slegati da partiti ma comunque nell’area del centrodestra.  di STEFANO LOLLI

Modena: Muzzarelli per il bis. Ma il centrodestra spera

Per la prima volta la Ghirlandina trema davvero (qui le liste): se nel 2014 gli avversari del Pd puntavano, al massimo, a conquistare il ballottaggio, stavolta possono portarsi a casa l’intera posta. Il centrosinistra, per difendersi dall’assalto, è riuscito a compattarsi intorno alla figura di Gian Carlo Muzzarelli, sindaco uscente, piglio decisionista e una lunga esperienza da amministratore. Gli scontenti, da quella parte, sono rappresentati da Modena Volta Pagina, una lista che punta forte sulla sostenibilità e schiera una candidata sindaco (in totale le donne sono due, cinque gli uomini) di 26 anni, Carolina Coriani. Spostandosi a destra, lo sfidante di Muzzarelli, sostenuto dalla Lega grande favorita nazionale, è il commercialista Stefano Prampolini. Lo appoggiano anche Forza Italia, Fratelli d’Italia e una lista civica (Siamo Modena), ma non c’è ‘Idea’, il partito dei seguaci dello storico senatore Carlo Giovanardi: la loro proposta di alleanza è stata respinta, infatti, dalle camicie verdi. Ecco perché hanno un loro candidato, l’avvocato Luca Ghelfi. I Cinque stelle candidano un esponente di un comitato anti-degrado, Andrea Giordani. Chiudono il gruppo Sergio Celloni, vecchia conoscenza del centrodestra, con il suo ‘G. O. L.’ e Cinzia Franchini, ex presidente degli autotrasportatori di Cna, con la lista civica ‘Modena Ora’. d. m.

Reggio Emilia: per la prima volta rischio ‘supplementari’

Per la prima volta, la città del Tricolore è davvero a rischio ballottaggio alle urne (qui le liste). Sono cinque i candidati che concorreranno per la poltrona da sindaco a Reggio Emilia. Quattro gli sfidanti che andranno all’assalto del Pd e che tenteranno di cambiare colore al municipio di piazza Prampolini. Dal ’45 ad oggi infatti nella roccaforte «rossa» ha sempre amministrato, in maniera indiscussa, la sinistra.  Il primo cittadino uscente Luca Vecchi tenterà il bis col Partito Democratico. Per difendersi dalle incursioni «giallo-verdi» potrà contare sul sostegno di altre cinque liste «civetta» che formeranno così il centrosinistra appoggiando lui come unico candidato. Agguerriti nella caccia al trono il Movimento 5Stelle che candida l’avvocato Rossella Ognibene e la coalizione di centrodestra che converge sul fotografo e immobiliarista Roberto Salati schierato in quota Carroccio. Infine gli outsider. In primis Cinzia Rubertelli che proverà a opporsi con Alleanza Civica che conta di essere votata dai delusi sia dalla sinistra sia dalla destra. In seconda battuta c’è Daniele Codeluppi con «Rec – Reggio Emilia in Comune», la lista più di sinistra in campo.  di DANIELE PETRONE

Forlì: Zattini sogna il ribaltone. Il Pd appoggia un ex magistrato

L'esperienza da sindaco, cattolico, ex Dc negli anni Settanta: è questo il biglietto da visita di Gian Luca Zattini, che per dieci anni ha governato nella vicina Meldola e ci prova a Forlì alla guida del centrodestra unito (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Popolo della Famiglia e una lista civica di Zattini) con l’obiettivo di conquistare un comune governato da decenni dalla sinistra. Il sindaco uscente Davide Drei non corre e dunque il Pd ha appoggiato Giorgio Calderoni, ex giudice del Tar di Bologna, Venezia e Brescia, che non ha tessere di partito e conta ben tre liste civiche a proprio sostegno. In caso di ballottaggio, potrà contare su Veronica San Vicente di ‘Alternativa per Forlì’, che assomma varie sigle di sinistra. Possibile ago della bilancia anche l’assessore Marco Ravaioli, poliziotto ed ex alleato del Pd che corre per i civici di Forlì SiCura. Il Movimento 5 Stelle candida il consigliere comunale Daniele Vergini e professa di voler arrivare al secondo turno. Qui le liste

Cesena: Sette candidati in lizza. Lattuca e Rossi i favoriti

I magnifici sette candidati a sindaco di Cesena sono tutti uomini. Enzo Lattuca, 31 anni, Pd, ex parlamentare, (sostenuto anche da Pri, lista di cattolici Popolari per Cesena, i civici di Cesena 2024 e Articolo 1) è favorito insieme a Andrea Rossi (quasi certo il ballottaggio), da pochi mesi in politica, 53 anni, consulente d’impresa e candidato civico di ‘Cambiamo’, sostenuto da Lega, Fi, Fdi e cattolici nel centrodestra in lista con Rossi. L’area civica fa perno sul medico Claudio Capponcini (candidato di 5stelle), che ha ottenuto il simbolo dal movimento solo la vigilia di Pasqua (si era presentata anche un’altra lista), l’ingegnere Vittorio Valletta (candidato come nel 2014 per Cesena Siamo Noi) e il blogger Davide Fabbri (lista civica ‘Cesena in comune’). Completano il quadro degli aspiranti sindaci l’architetto Luca Capacci, candidato per «Fondamenta», lista di sinistra sganciata dai partiti, e l’editore Antonio Branzanti di CasaPound. Qui le liste di ANDREA ALESSANDRINI

LEGGI ANCHE Dove si vota nelle Marche, le sfide più attese