Elezioni Marche 2020, Ceriscioli e i veleni nel Pd. "Divisi non si vince"

"Tutti i governatori che hanno affrontato la pandemia sono stati confermati..." Il sindaco di Pesaro accusa i grillini: "Con l’alleanza ce l’avremmo fatta"

Luca Ceriscioli, ex governatore, con Matteo Ricci, sindaco di Pesaro

Luca Ceriscioli, ex governatore, con Matteo Ricci, sindaco di Pesaro

Pesaro, 22 settembre 2020 - "Tutti i governatori uscenti che hanno affrontato l’emergenza Covid sono stati confermati e col senno di poi...". Luca Ceriscioli (foto) sfuma il finale della frase, ma è chiaro dove vuole arrivare. Lui l’emergenza Covid l’ha gestita bene e i marchigiani gliel’hanno pure riconosciuto, ma la sua ricandidatura era sfumata poco prima che la pandemia arrivasse nelle Marche e non è stata ri presa in considerazione dopo che il peggio era passato.

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La guerra del Pd, ora, è arrivata alla fase della resa dei conti. Una guerra civile, almeno in parte, perché esplosa a Pesaro, dove il sindaco Matteo Ricci è stato il principale dei congiurati nei confronti dell’altro pesarese Ceriscioli. Ieri Ricci si è limitato a esprimere rammarico per l’alleanza sfumata con i Cinque Stelle: "Ha prevalso la voglia di cambiare – ha detto – e deleteria è stata la corsa solitaria del Movimento 5 stelle. Con la vittoria in Campania, Toscana e Puglia si rafforzano Nicola Zingaretti e il Pd, ma rimane il grande rammarico per le Marche. Se i 5 Stelle avessero fatto l’alleanza, che abbiamo cercato fino all’ultimo, avremmo vinto la quarta Regione. Dobbiamo guardare avanti e ripartire. Un grazie a Maurizio Mangialardi per il grande sforzo generoso – ha aggiunto in una nota – . Ha recuperato tanto, ma non è stato sufficiente. In bocca al lupo al presidente Acquaroli, nell’interesse dei marchigiani".

Per capire l’aria che tira nel Pd marchigiano, basta leggere tra le righe delle dichiarazioni di Valeria Mancinelli, la sindaca di Ancona che aveva costituito con Ricci l’asse anti Ceriscioli. "I risultati ci dicono che il centrosinistra vince dove concorrono almeno due dei tre seguenti fattori essenziali – ha detto –: un governo regionale percepito come efficiente e vicino alle persone; un radicamento politico e sociale nel territorio ancora forte; un candidato presidente dalla personalità forte e riconosciuta e perciò capace di attrarre consensi rilevanti anche fuori del tradizionale perimetro del centrosinistra. Nelle Marche non c’era nessuno di questi tre ingredienti e abbiamo perso".

Il candidato presidente dalla personalità forte e riconosciuta doveva essere lei, la Mancinelli: almeno era questo l’obiettivo suo, di Ricci e di quella parte (minoritaria) del Pd (e degli alleati) che hanno fatto di tutto per ribaltare il tavolo, ma sono riusciti solo a far fuori Ceriscioli, dovendo poi però convergere su Mangialardi. Non a caso, ieri Ceriscioli sottolineava proprio questo aspetto: "Noi abbiamo avuto queste divisioni nel Pd, nell’alleanza, che hanno condizionato la partenza e che ci si siamo portati dietro. Maurizio ha avuto il grande pregio di riportare tutti allo stesso progetto".

Di fronte alla vittoria storica del centrodestra, Giovanni Gostoli, segretario regionale dei dem, prova a edulcorare quello che succederà nel partito da oggi in poi. Parla di riflessione, sapendo che si tratterà di ben altro. "Apriremo una riflessione com’è giusto fare nel Pd – ha anticipato –. Sono segretario da 20 mesi e c’è qualcuno che forse dice che questo percorso nuovo, il cam bio di passo che abbiamo registrato negli ultimi mesi doveva avvenire prima per dare una mano anche a questa tornata elettorale. Certo è che sono stato abituato a fare politica non dando la colpa agli altri ma assumendomi tutta la responsabilità – ha detto a chi chiedeva se fosse disposto a fare un passo indietro –. Partivamo da 22 punti sotto, una cosa inimmaginabile, nell’arco di pochi mesi siamo riusciti a compattare il Pd attorno a Maurizio Mangialardi e a costruire una coalizione attorno al progetto nuovo per le Marche. Abbiamo provato cioè a giocare una partita che fino a poco tempo fa sembrava impossibile". E tale, in realtà, è rimasta.