Elezioni regionali Emilia Romagna 2020, è già rissa Bonaccini Borgonzoni

Al voto il 26 gennaio. Il Pd ai 5 Stelle: "Sediamoci a un tavolo"

Elezioni Emilia Romagna 2020, sfida tra Bonaccini (Serra)  e Borgonzoni (Imagoeconomica)

Elezioni Emilia Romagna 2020, sfida tra Bonaccini (Serra) e Borgonzoni (Imagoeconomica)

Bologna, 24 settembre 2019 - Habemus datam. Ora è ufficiale: la Regione Emilia Romagna tornerà al voto il 26 gennaio. Nessuna sorpresa, dunque. Dopo un tiramolla lungo mesi, da qualche giorno sembrava ormai certo che la scelta sarebbe caduta sull’ultima domenica di gennaio e così è stato. La data delle urne si è trasformata immediatamente in terreno di scontro politico: «Bonaccini tiene ostaggio gli emiliano-romagnoli per fare i suoi inciuci», va all’attacco la candidata leghista Lucia Borgonzoni. Il governatore replica a stretto giro («Un’uscita da maleducati, visti i sondaggi mi conveniva votare prima») e soprattutto tende la mano alM5s: «Il clima è cambiato, proviamo a sederci a un tavolo».

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Prove di alleanza che ricalcano l’intesa siglata due giorni fa in Umbria. La scelta di fine gennaio è stata decisa in un vertice ieri tra Bonaccini e il presidente della Corte d’Appello, Giuseppe Colonna. Sostanzialmente, vista la presenza del Natale che per legge impone un intervallo di tre settimane dalla pausa festiva, l’altra possibilità era quella di fine novembre. Un’ipotesi che avrebbe fatto decadere la giunta prima dell’approvazione del bilancio, rendendo inevitabile l’esercizio provvisorio. «Non tengo in ostaggio nessuno, quello lo fanno i delinquenti e i mascalzoni», ha ribadito Bonaccini: «In questo modo, invece, permettiamo a chiunque farà il presidente, una volta eletto, di poter governare da subito con capacità di spesa e non con i limiti che ebbi io cinque anni fa».

Una scelta istituzionale, insomma, tanto che Bonaccini aggiunge: «A guardare i sondaggi, a cui io comunque non credo, egoisticamente andare al voto prima forse mi sarebbe convenuto, ma due mesi in più o in meno non cambiano la vita e non tolgono il sonno». Ma mentre Salvini in diretta Facebook invita «gli emiliano-romagnoli a fare la storia, mandando a casa la sinistra dopo 50 anni di Governo», la Borgonzoni attacca a testa bassa: «Il codardo di Bonaccini ha paura del voto, perché sa di avere governato più per i suoi interessi che per quelli dei cittadini». Per la leghista, infatti, «quella del bilancio è solo una scusa: hanno fatto di tutto per rimanere attaccati alle poltrone ancora un paio di mesi, un insulto a tutto il territorio». Critiche piovono anche dal resto del centrodestra (ancora a caccia di un accordo su un nome unico). «Bonaccini ci costringe a votare con la neve e il freddo, ma non servirà a evitare la sconfitta», l’affondo del consigliere Fdi, Michele Facci, mentre la vicecommissaria regionale di Forza Italia, Benedetta Fiorini, «il governatore scappa dal giudizio degli elettori e prende tempo per fare un inciucio con i grillini: senza di loro, perde».

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In Effetti, la vera novità politica del giorno è proprio l’esplicita mano tesa offerta dal governatore ai Cinque Stelle. «Se vorranno sedersi attorno a un tavolo, sono i benvenuti: abbiamo più cose che ci uniscono di quelle che immaginiamo», spiega Bonaccini: «Non sarebbe un accordo elettorale, ma sul programma e io credo che bisognerebbe provarci». Un’uscita che punta anche a stanare le intenzioni del M5s, sul tema in silenzio da tempo e in evidente imbarazzo di fronte all’ipotesi di sostenere un governatore che per 5 anni hanno attaccato frontalmente.