Elezioni Regionali Marche 2020, Mancinelli lancia la sfida. "Stop a Ceriscioli, un civico"

La sindaca di Ancona nella direzione del Pd frena la ricandidatura del governatore. Spunta l’ipotesi dell’ex rettore Longhi. Il voto in primavera

Il governatore Luca Ceriscioli

Il governatore Luca Ceriscioli

Ancona, 7 dicembre 2019 - È tutti contro tutti, o quasi, nel Pd in vista delle elezioni regionali di primavera. L’atmosfera era tesa ieri sera per la direzione regionale che si è svolta nella sede della Casa del Popolo. E a dare la sveglia non poteva che essere il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli che, con grande calma, ha messo sul piatto un ragionamento tutto politico che sicuramente non avrà fatto piacere al governatore uscente Ceriscioli. In sostanza il sindaco ha sottolineato che l’attuale scenario porterebbe il centrosinistra a una matematica sconfitta.

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E’ necessario, a questo punto, mettere in piedi un piano B, una proposta programmatica choc con un candidato civico come, ad esempio, l’ex rettore della Politecnica delle Marche Sauro Longhi. Nessun attacco quindi a Ceriscioli, ma la Mancinelli ha fatto capire che senza questo cambio di passo tutto sarebbe complicato. Sulla stessa linea l’ex deputato Emanuele Lodolini e il sindaco di Macerata Romano Carancini che ha chiesto le primarie anche se ormai fuori tempo massimo. In effetti per la Mancinelli il chiarimento sul candidato dovrebbe arrivare entro Natale e non è possibile attendere l’esito del voto in Emilia Romagna come sollecitato dall’altro ex deputato Luciano Agostini, sostenitore di Ceriscioli ma attento alle vicende bolognesi.

E quindi il dilemma è se puntare nuovamente su Ceriscioli o scegliere un candidato nuovo sul quale far convergere anche gli scontenti del centrodestra, quelli ai quali la Lega proprio non va giù e che non la voterebbero mai. In tutto questo il segretario regionale Giovanni Gostoli si trova nell’arduo compito di dover traghettare il partito in questo mare tempestoso, dove regna sovrana la divisione. La lunga notte dei coltelli di ieri si era aperta proprio con l’intervento di Gostoli che ha tenuto a precisare che "si parte da Ceriscioli".

Ma nonostante il punto di partenza sia stato fissato, quello di arrivo appare ancora piuttosto fumoso e non è ancora chiaro dove si andrà a parare. Nella sala gremita il dibattito è andato avanti per ore, tanto che gli esponenti del partito presi dai morsi della fame si sono organizzati per uno spuntino improvvisato che non ha comunque fermato i lavori. Oltre al governatore Luca Ceriscioli, al sindaco di Ancona Valeria Mancinelli, a quello di Macerata Romano Carancini, il sottosegretario al Ministero dello sviluppo economico Alessia Morani, poi gli assessori regionali Emanuela Bora, Fabrizio Cesetti, Angelo Sciapichetti, la vice presidente Anna Casini e l’ex segretario del partito Francesco Comi. Grande assente il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, ufficialmente perché influenzato. L’assessore regionale Angelo Sciapichetti nel suo intervento ha sottolineato la necessità di dialogare con il Movimento 5 Stelle e di evitare polemiche che «non fanno bene al partito». Insomma un no secco alle divisioni e l’appello a fare presto, ma anche ad aprirsi ai civici.

Insomma il dado è tratto. Ora si dovrà capire quali saranno le intenzioni di Ceriscioli e dell’intero partito. Una cosa è certa: il Pd ha ben chiaro che il rischio è quello di andare incontro a una sonora sconfitta.