Elezioni regionali 2020 Marche, Acquaroli. "Subito aiuti veri alle aziende"

Il candidato di FdI alla presidenza della Regione in visita al calzaturificio ‘Le Viozzi’. I titolari: "Un solo cliente ha pagato alla consegna"

La visita di Acquaroli

La visita di Acquaroli

Fermo, 20 giugno 2020 - "Sto ancora aspettando la cassa integrazione degli ultimi due mesi, circa 2mila euro, e non so più come fare per mandare avanti la famiglia. Mia moglie non lavora per stare con i bambini, uno dei quali è autistico": lo racconta un dipendente del calzaturificio Le Viozzi di Porto Sant’Elpidio. Difficoltà che sono quelle di tanti altri lavoratori.

Poco prima, in azienda, era arrivato l’onorevole Francesco Acquaroli, candidato alla presidenza della Regione Marche di FdI (per il momento, essendo in attesa dell’investitura ufficiale del tavolo nazionale del centrodestra). Accolto da Giampaolo Viozzi (fondatore dell’azienda e nome del brand) e dal figlio Guido (uno dei suoi quattro figli, tutti impiegati nell’azienda che conta 18 dipendenti), Acquaroli ha voluto toccare con mano la realtà dei calzaturieri vessati dalle ripercussioni del lockdown e del ritardo con cui viaggia la Cig per i lavoratori.

"Le ripercussioni per le aziende sono pesanti, dovendo rivedere le loro strategie – dice Acquaroli - combattute tra la possibilità di lavorare a orario ridotto per attutire gli effetti della crisi e la consapevolezza di non poterlo fare per non creare ulteriori disagi ai dipendenti, da mesi senza alcuna entrata. Aziende che non hanno sostegni da nessuna istituzione. Si parla di roboanti investimenti e interventi, ma qui non è arrivato nulla". A lui, i Viozzi hanno raccontato: "Da 22mila paia di una stagione dello scorso, siamo passati a 5mila. E i nostri dipendenti sono ancora senza Cig. All’unico cliente che ha pagato alla consegna della merce abbiamo offerto una bottiglia di champagne".

"Questo è un momento cruciale - spiega Acquaroli –, ma non perché andiamo verso le elezioni regionali. A settembre, rischiamo una desertificazione delle attività produttive. Bisogna intervenire subito con la liquidità". Sul Covid Center di Civitanova Marche: "Abbiamo le migliori strutture sanitarie chiuse in una fiera. All’inizio, aveva senso pensare a una struttura che eliminasse la promiscuità e garantisse posti di terapia intensiva e sub intensiva. Ma è passato del tempo prima che diventasse realtà, e tante cose sono cambiate".

E aggiunge: "Per 3 pazienti ricoverati al Covid Center, c’erano 30 operatori sanitari che, impiegati in un ospedale, avrebbero potuto seguire molti più pazienti. Quando la pandemia ha preso un’altra piega, bisognava riflettere se quella era la soluzione migliore o se si poteva pensare a utilizzare padiglioni esistenti, ancora vuoti e incompleti".