Giorgio Napolitano operato all'addome. "E' sveglio, ma la prognosi resta riservata"

L'intervento all'ospedale Spallanzani di Roma, il presidente emerito è ricoverato in terapia intensiva

Giorgio Napolitano (Ansa)

Giorgio Napolitano (Ansa)

Roma, 21 maggio 2022 - Giorgio Napolitano è stato operato all'addome. Il presidente emerito della Repubblica e senatore a vita è stato sottoposto a un intervento chirurgico dall'equipe del professor Giuseppe Maria Ettorre presso il Dipartimento Interaziendale dell'Azienda San Camillo-Forlanini e INMI Spallanzani. "Sta bene e ha superato l'intervento. Le sue condizioni sono compatibili con quelle di un paziente della sua età", ha spiegato lo stesso chirurgo Ettorre all'Ansa.

"L'intervento condotto con tecnica mininvasiva è riuscito - fa sapere in un comunicato l'ospedale -. Attualmente il paziente è ricoverato presso la Terapia Intensiva. Napolitano è sveglio con quadro clinico stazionario, ma la prognosi resta riservata". Da quanto si è appreso si trattava di un intervento programmato.

L'intervento all'aorta nel 2018

L'ex capo di Stato festeggerà 97 anni il prossimo 29 giugno. Nell'aprile del 2018 era stato operato d'urgenza nell'ospedale San Camillo per un problema cardiaco dal professor Francesco Musumeci. In quell'occasione si era trattato di un intervento all'aorta durato diverse ore.

Primo presidente a essere rieletto

Napolitano è stato l'11° presidente della Repubblica e il primo della storia italiana a essere stato eletto per un secondo mandato il 20 aprile del 2013. Stessa sorte è toccata quest'anno anche a Sergio Mattarella. Come capo dello Stato ha conferito l'incarico a cinque presidenti del Consiglio: Romano Prodi (2006-2008), Silvio Berlusconi (2008-2011), Mario Monti (2011-2013), Enrico Letta (2013-2014) e Matteo Renzi (2014-2016); cinque giudici della Corte costituzionale e cinque senatori a vita (lo stesso Mario Monti il 9 novembre 2011, Renzo Piano, Carlo Rubbia, Elena Cattaneo e Claudio Abbado). Napolitano è diventato, a sua volta, senatore a vita dopo le dimissioni nel 14 gennaio del 2015.