La festa di "Luce!", il ministro Crosetto: "L'umanità può illuminare il buio della guerra"

Le parole del Ministro della Difesa: "L'approccio italiano importantissimo contro la guerra"

Il ministro Guido Crosetto

Il ministro Guido Crosetto

Firenze, 26 novembre 2022 - "Non mi ha fatto molto effetto vedere Giorgia Meloni premierperché ho scelto dieci anni fa di fare un percorso politico con Giorgia Meloni. Non mi ha mai stupito il fatto che una donna possa guidare un Governo, come non mi stupisce che lo guidi un uomo".

Lo dice il Ministro della Difesa Guido Crosetto sul palco della festa di "Luce!", intervistato dalla direttrice Agnese Pini "E' sicuramente più difficile per una donna in un mondo maschilista come la politica in cui le donne hanno avuto molta più difficoltà - prosegue Crosetto -. La presenza di una donna primo ministro al G20 ha visto un'attenzione maggiore da parte degli altri leader e quindi è qualcosa per cui possiamo avere vantaggio a livello italiano. Vogliamo ritagliarci uno spazio con l'orgoglio di poter dire qualcosa con un nostro punto di vista". 

Cosa ci dobbiamo aspettare dalla grave crisi in Ucraina? "Faccio una riflessione - dice Crosetto - Questa non è stata una guerra lampo per una singola persona che ha cambiato il corso della storia. Perché? Tutti pensavano che il presidente ucraino avrebbe accettato di farsi salvare dagli Usa e abbandonare il Paese ma non se ne è andato. Quella scelta singola ha cambiato il corso della Storia. La scelta di un uomo ha cambiato tutto. E questa è una cosa che mi ha fatto riflettere molto".

Poi parla dell'esito della guerra: "C'è una foto dall'alto dell'Europa di notte con macchie di luce ovunque. C'è un buco di buio totale che è l'Ucraina perché è cambiato il modo di fare la guerra. C'è un minor scontro tra gli Eserciti. La Russia toglie energia e gas all'Ucraina, mandando la popolazione verso un inverno molto rigido con bambini di sei mesi e anziani al freddo. Significa non guardare in faccia a nessuno e abbandonare il codice in cui si cerca di lasciar fuori le persone più deboli. L'obbiettivo è far scappare le persone, farle spostare verso occidente, creando il problema dei rifugiati e alimentando nell'opinione pubblica la domanda sul perché fare la guerra e far dire all'Europa 'abbandoniamoli'. Proprio nei momenti più bui deve uscire l'umanità. Bisogna provare ad accendere una luce o un cerino piuttosto che imprecare contro le tenebre. C'è sempre la possibilità di un dialogo e c'è sempre una parte dell'umanità che ci prova. La speranza è che possa divampare questa luce". 

Su Zelensky: "Molti dicono che se Zelensky non si fosse difeso gli aumenti di luce e gas non ci sarebbero stati. E' una scelta quella del leader che influenza anche noi. Ciò che è accaduto toccherebbe comunque tutti noi, perché questo è un mondo che sta cambiando. E' cambiato il paradigma. Abbiamo vissuto decine di anni di tranquillità. C'era la cortina di ferro con i buoni e i cattivi, un confronto serrato anche culturale. Dovremo tornare a vivere questo. Dobbiamo costruire un mondo senza guerre che non vedremo né io né alcun presente in questa sala. Dobbiamo iniziare a mettere regole anche nella guerra. Un conto è lo scontro tra i presenti, un conto è coinvolgere persone innocenti. Serve coinvolgere l'Onu. E questa cosa, pur banale, è un passo. D'altronde come siamo arrivati alla democrazia? Strappando secolo dopo secolo spazi alla non democrazia, con conquiste fatte poco per volta. Così vale nei confronti dell'eliminazione dei drammi come la guerra, recuperando spazi per la ragione, per l'umanità, sottraendo tutto al buio".

Poi parla del ruolo dell'Italia: "Tutti hanno sempre parlato di approccio italiano nelle missioni. Sono andato in Afghanistan, dove all'inizio eravamo invasori come americani e inglesi. Noi siamo arrivati vestiti da soldati e in quei villaggi abbiamo iniziato a fare il pozzo, a portare i palloni ai bambini, mandare donne a parlare con le donne, facendo cose che gli altri non facevano, con un modo diverso di essere militari. E' questa la nostra mentalità ed è un patrimonio che dobbiamo condividere nelle comunità internazionali". 

"Non sopporto - dice poi Crosetto - i pacisfisi a corrente alternata. Riesco a rispettare tutti coloro che fanno battaglie coerenti o cambiano idea spiegandolo. E questo vale per tutto, non solo per i grandi temi. Quale tifoso di calcio rispetterebbe la squadra che tifa sempre e solo la squadra che vince lo scudetto?". 

Sull'immigrazione: "Il tema non è la barca in mare. Le persone in mare si aiutano, non le lasciamo nella tempesta. Il tema non è quello. Abbiamo gestito l'immigrazione in modo semplice: abbiamo aperto i porti e abbiamo fatto sbarcare le persone. Il tema dell'integrazione è un'altra cosa. Il percorso dell'immigrazione parte dalle condizioni in Africa ma se arriva qua deve avere la possibilità di integrarsi. Ma pensare che tutto si fermi all'accoglienza e poi uno va a coltivare i pomodori, un altro va nella camorra, un altro va in Francia non va bene. La coscienza te la lavi quando sei interessato al destino di una persona. E' troppo comodo per l'Europa far finta che non esista il problema". 

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