Lavoro Emilia Romagna, la Regione investe. "Meno giovani precari e più pagati"

Firmato un patto da 260 milioni di euro con università, associazioni di cetagoria e enti locali

Da sinistra Massimo Mezzetti e Stefano Bonaccini (Dire)

Da sinistra Massimo Mezzetti e Stefano Bonaccini (Dire)

Bologna, 12 novembre 2018 - Un patto per combattere la disoccupazione giovanile e dare un sostegno concreto alla categoria che più ha sofferto le conseguenze della crisi. La Regione Emilia-Romagna si mette in rete con associazioni di categoria, camere di commercio, Università, e imprese e mette a disposizione 260 milioni di euro da qui alla scadenza del mandato (ottobre 2019) per rilanciare il lavoro dei giovani. L'accordo "Giovani più", sottoscritto oggi e presentato a Bologna dal governatore Stefano Bonaccini insieme agli assessori Palma Costi, Patrizio Bianchi e Massimo Mezzetti, non si limita a voler migliorare i numeri dell'occupazione. Ma vuole garantire impieghi di qualità, non precari e con una giusta retribuzione.

"Vogliamo fare ancora di più e meglio", ha spiegato Bonaccini nell'aula magna della Regione. "Mi preoccupa - ha proseguito - la frenata generale del paese, quindi chiedo al Governo di rispettare gli impegni sugli investimenti, a partire dalle infrastrutture. Se dovesse fermarsi l'Emilia-Romagna sarebbe un colpo per il paese intero". Sui giovani "vogliamo dare un ulteriore giro di vite", ha sottolineato il governarore, "perché siano meno precari e più pagati". E Bianchi avvisa: "Si cresce con le competenze, non coi sussidi, questi non sono sussidi ma buon lavoro. In un momento in cui a livello nazionale si sta andando in un'altra direzione".

All'intesa partecipano Regione, Province, Comuni capoluogo, sindacati, associazioni di imprese e di professionisti, terzo settore, atenei, Ufficio scolastico regionale, Abi, Unioncamere. Il progetto, che ha anche uno spazio web dedicato dove sono disponibili tutte le informazioni e le possibilità messe in campo, ruota attorno a quattro assi portanti: formazione, orientamento, spazi e diritto allo studio. L'accordo include 26 milioni di euro in interventi di alta formazione e la ricerca, tra borse di dottorato, assegni di ricerca e borse per lavorare a progetti di ricerca industriale. Previsto inoltre, informa la Regione, un investimento di oltre 40 milioni di euro "per sostenere opportunità di formazione, accesso al credito e supporto personalizzato per avviare nuove imprese o per rafforzare la propria start up, anche in agricoltura e nell'industria culturale e creativa". C'è un investimento straordinario per il diritto allo studio universitario, 26 milioni di euro di cui cinque milioni a cui si aggiungeranno fondi nazionali, per "garantire il diritto allo studio a tutti gli idonei a fronte dell'aumento esponenziale di iscrizioni alle nostre università".

In campo, nello specifico, ci sono sei nuovi percorsi biennali Its per Industria 4.0 in partenza a dicembre, rispettivamente a Mirandola, Carpi, a Bologna, Bentivoglio, Parma e Piacenza. Da novembre a settembre 2019 partiranno poi 50 percorsi di alta formazione per lavorare nell'industria culturale e creativa (audiovisivo, cinema e spettacolo dal vivo). All'orizzonte anche un progetto di formazione innovativo con edizioni su tutto il territorio regionale da novembre 2018 a dicembre 2019 per dare ai giovani le competenze chiave su innovazione tecnologica, digitalizzazione dell'informazione e dei dati. In valutazione, infine, anche 103 progetti di ricerca presentati dalle Università che impiegheranno oltre 400 ricercatori.

Per gli spazi per i giovani un investimento di 5 milioni di euro è rivolto alla riqualificazione delle aree di coworking e dei nuovi laboratori presso i tecnopoli.