Premio Mascagni 2022, gran finale: Roboqbo, vince l’alimentazione

Cerimonia al Carlino, successo della ditta bolognese, Caiumi (Confindustria): "Una vetrina per tutti"

Bologna, 11 novembre 2022 - "Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme è un successo". L’emozione dei vincitori del Premio Mascagni, la Roboqbo, arrivato all’undicesima edizione, si sintetizza in una frase di Henry Ford. "Siamo emozionatissimi, questo premio ci dà speranza", dicono Amedea Visone e Andrea Pizzamiglio, responsabile commerciale Italia e hr manager dell’azienda di Bentivoglio, nel bolognese, che si occupa di automazione dei processi di trattamento degli alimenti. Un gioiello con 105 dipendenti e 14 milioni di euro di fatturato creato dall’ad Giuseppe Malavasi, i cui prodotti aiutano in cucina grandi chef, pasticcieri, gelatai e cioccolatieri, ma oggi sono fondamentali anche nella cosmetica.

Premio Mascagni 2022: la foto di gruppo nella sede del Carlino (Fotoschicchi)
Premio Mascagni 2022: la foto di gruppo nella sede del Carlino (Fotoschicchi)

Nella sala Biagi della sede centrale de il Resto del Carlino gremita, in prima fila ci sono i famigliari dell’imprenditore scomparso Paolo Mascagni, a cui è intitolato il premio che, da 11 anni, dà una speranza alle aziende che crescono. Ed è la speranza il filo conduttore degli interventi che hanno voluto celebrare le storie e i successi di 416 imprese in questi undici anni. Aziende solide, forti, innovative che rendono forte l’Emilia. È, infatti, il presidente di Confindustria Emilia centro (che raggruppa le imprese di Bologna, Modena e Ferrara), Valter Caiumi, ad aver ideato il premio undici anni fa assieme al nostro giornale. E oggi ha ringraziato una per una le 32 realtà del territorio che hanno partecipato al Premio, accanto a Elena Zacchiroli, vedova di Paolo Mascagni.

Premio Mascagni 2022: la foto di gruppo (Fotoschicchi)
Premio Mascagni 2022: la foto di gruppo (Fotoschicchi)

Il primo ringraziamento è della direttrice di Qn-il Resto Del Carlino–La Nazione-il Giorno, Agnese Pini: "Siamo di fronte a un periodo difficile ed è dura capire in quale direzione andare. Per fare impresa ci vogliono enormi doti di creatività e impegno. La pandemia ha inciso molto sulle famiglie, ma anche sul tessuto economico del nostro Paese e dell’Emilia che è un po’ il fiore all’occhiello". Da qui, l’importanza e il ruolo dei media. "Come giornali anche noi possiamo fare la nostra parte, come ascoltare le vostre parole – dice rivolgendosi alla platea – affinché arrivino meglio dove è giusto che arrivino. Oggi c’è un’azienda vincitrice, ma i vincitori siete tutti voi".

Valerio Baroncini, vicedirettore del Carlino, che ha fatto gli onori di casa presentando l’evento, ricorda come il 40 per cento dei giovani ha perso la speranza dopo la pandemia e la guerra. Da qui, tocca alle imprese ridare speranze, così come ripeteva proprio Paolo Mascagni, in un’intervista del 2002.

Il presidente di Confindustria Emilia, Caiumi, conferma: "Abbiamo iniziato nel 2011, anno molto particolare, di crisi finanziaria. Abbiamo deciso di creare questo premio per questo: dare una luce alla capacità degli imprenditori e alle loro attività. Da allora non ci siamo più fermati. E ora facciamo – come si dice – story telling delle nostre aziende per un to tale di 280 articoli tradotti in 5 lingue e 90 podcast per raccontare chi siamo, chi siete", dice parlando dal palco agli imprenditori.

Per il politologo Vittorio Emanuele Parsi – che è intervenuto al convegno – "se la ragione sociale è la speranza, per gli imprenditori l’ottimismo è strutturale. La guerra russo-ucraina è imprevedibile, ma si deve continuare a navigare, nonostante il meteo avverso". Da qui – conclude – "serve la razionalità. Se perdiamo la libertà – che è la parola magica – perdiamo la speranza. E se c’è la libertà di impresa è perché esiste la libertà".