Gruppo Coind "Vi rivelo l’impero (nascosto) del caffè"

Premio Mascagni Bologna, il Gruppo Coind fornisce prodotti a marchio per la grande distribuzione: "Tostiamo 7mila tonnellate di chicchi all’anno". .

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Fare, si sa, è più importante di apparire. E fare bene, affiancando qualità, innovazione e un’esperienza pluridecennale, può rendere un marchio sconosciuto ai più una delle più solide realtà italiane nei settori nei quali opera. E’ questa, dal lontano 1961, la missione del Gruppo Coind, nato a Castel Maggiore, nel Bolognese, quando la grande distribuzione era ancora agli albori e divenuto oggi, sotto la guida nel neopresidente Luca Cioffi (nella foto), un punto di riferimento nei campi del caffè, della sanificazione e della cosmetica. In quel mondo in continua crescita che sono i prodotti a marchio del distributore.

Presidente, la vostra è un’azienda che ha precorso i tempi, pur rimanendo nell’ombra.

"Ogni grande storia industriale è particolare, ma la nostra lo è più di altre, visto che, a conti fatti, siamo fra i gruppi meno noti al pubblico ma più diffusi in Italia. Un paradosso, questo, frutto delle scelte iniziali dei fondatori, che hanno puntato sul concetto di private label in tempi pionieristici, seguendo un modello che fa dei suoi principali clienti i suoi azionisti di riferimento".

Parliamo di marchi conosciuti da tutti, che nei primi anni Sessanta, però, erano ai primi vagiti.

"Parliamo, per fare dei nomi, di colossi nostrani come Coop e Conad e di altrettanto importanti gruppi stranieri, che ci onoriamo, in molti casi, di avere accompagnato lungo buona parte del loro percorso di crescita. Con la costante, vale la pena rimarcarlo, di una continua ricerca dello sviluppo tecnologico e dell’ampliamento dei comparti di interesse e con una sempre crescente attenzione alla sostenibilità".

E tutto è partito, come confermano ancora oggi le vostre quote di mercato, dal caffè.

"La torrefazione è stata la base di partenza di Coind, e il suo frutto è sempre rimasto il nostro prodotto di punta, da quando abbiamo iniziato a tostarlo in piccole quantità a quando siamo arrivati a coprire il 60% delle quote nazionali di caffè a marchio del distributore. Ma siamo anche andati oltre, rifornendo – con le nostre etichette Attibassi, Meseta e Carracci – un’ampia rete di bar e gettandoci, in tempi recenti, sull’e-commerce e sul mercato del monoporzione".

Dall’Italia, poi, vi siete espansi anche all’estero.

"Il caffè, nella percezione degli stranieri, resta pur sempre un’eccellenza italiana e questo ci ha portato, progressivamente, ad uscire dai confini. Ora, infatti, siamo presenti in 60 Paesi con i nostri prodotti, ormai sempre più ecologici nel packaging e nella sostanza, e con i nostri operatori, in continuo aumento".

Accanto al caffè, però, c’è anche molto altro.

"Ci sono il mondo della sanificazione, cresciuto di importanza negli ultimi mesi e gestito, assieme al caffè, dallo stabilimento di Bologna e quello, in carico alla sede veneziana di Noale, della cosmesi e dei prodotti da toilette. Anche in questi casi, l’orizzonte di riferimento è la grande distribuzione e le grandi sfide, a maggior ragione, sono legate alla salute dell’ambiente e dei consumatori".