di Lorenzo Pedrini
Restare sempre aperti, nonostante il crollo degli affari, per fornire un servizio che, in piena pandemia, sembrava scomparso dalle nostre vite: organizzare gli spostamenti delle persone, vietati per motivi di svago ma vitali per mille altre ragioni. A renderlo possibile, dice Umberto Sassatelli Salvadori – presidente della storica agenzia bolognese di viaggi Salvadori, che prosegue l’attività familiare con la sorella Carlotta – "l’esperienza e il supporto della nostra ‘squadra’ sia la capacità di adattarsi e innovare".
Parla la vostra storia, ma la prova del Covid è stata di quelle epocali.
"Nei quasi cento anni dell’azienda, nata nel 1929 dall’intuizione di Ettore Salvadori e del fratello e poi proseguita da Adelmo e dalla figlia Gabriella, non esistono precedenti. Non si è trattato di rivoluzioni di mercato, magari anche sfidanti come è stata, negli ultimi anni, quella del web, bensì di un intero mondo capovolto. Esserci, per noi, è stato ed è un vero dovere sociale".
Avete tenuto la serranda alzata pur senza reali margini di profitto?
"Assolutamente sì, in smart working fin dal primo giorno di lockdown. Con l’obiettivo primario di gestire i rientri di tanti italiani colti dall’esplosione del virus mentre si trovavano all’estero in vacanza o per lavoro".
Poi, riportati faticosamente a casa questi, la seconda emergenza.
"Con i lockdown che si intensificavano in tutto il globo, è giunta l’inevitabile ondata di cancellazioni. Dal marzo 2020 al marzo 2021 il nostro fatturato ha subito un calo del 90%".
Poi il rilancio tramite l’innovazione.
"Ci serviva far sapere che, se obbligati a viaggiare, tutti potevano rivolgersi a noi senza rischi, grazie a servizi come Medicina 360, per la sicurezza dei passeggeri in giro per il mondo, o la piattaforma di Travel Risk Management dedicata al Duty of Care; passando per l’app AMM, per ‘Lucy’, il nostro Online Booking Tool, il potenziamento della struttura IT certificata PCI-DSS".
Anche il servizio a chi andava a vaccinarsi fuori dai confini.
"Per le immunizzazioni in Serbia siamo stati i primi: più di 3.500 manifestazioni di interesse in pochi giorni da Italia e estero, di privati e di aziende".