Bologna, migranti. Zuppi contro Borgonzoni: "Aiuti irrinunciabili". Lei va via prima

Il sottosegretario leghista si alza prima dell'intervento del vescovo: "Devo prendere un treno". Lui, dopo: "Mai rinunciare all'intervento umanitario"

Lucia Borgonzoni e Monsignor Zuppi all'incontro sui migranti (Fotoschicchi)

Lucia Borgonzoni e Monsignor Zuppi all'incontro sui migranti (Fotoschicchi)

Bologna 10 luglio 2018 - Quasi sfumato l'incontro sui migranti per cui c'era grande attesa a Bologna. Ha preso una strana piega il confronto fra la sottosegretaria leghista Lucia Borgonzoni e il vescovo di Bologna, Matteo Zuppi, che sul tema sul tema dell'immigrazione ha sempre espresso posizioni molto nette in favore dell'accoglienza. Ma il confronto c'è stato solo a metà: subito prima dell'intervento conclusivo di Zuppi, la Borgonzoni, già candidata sindaco del Carroccio e ora a Roma, dopo l'elezione al Senato e la nomina a sottosegretario alla Cultura, ha lasciato l'incontro, organizzato in una sala adiacente alla basilica di San Petronio, con sorpresa e delusione del pubblico.

"Purtroppo devo andare, ho un treno fra un quarto d'ora", si è giustificata lasciando la sala dell'incontro. Nel suo intervento la Borgonzoni aveva rivendicato le iniziative del governo sul tema dell'immigrazione e criticato, in particolare, l'atteggiamento dell'Islam. "Devono fare un salto di qualità - ha detto - che è quello di separare la legge dalla religione. Il Corano è uno di quei testi da cui nasce la sharia". 

"Le ong non sono complici degli scafisti. Se stanno lì vuol dire che c'è un problema", ha detto Zuppi, replicando alle parole della sottosegretaria leghista, che però non l'ha ascoltato. La Borgonzoni aveva fortemente criticato il ruolo delle ong nel Mediterraneo. "Non si deve mai rinunciare all'intervento umanitario - ha ribadito Zuppi - perché oggi continuano a morire centinaia di persone: inaccettabile, come lo sarebbe anche se ne morisse una sola. Chi sta in mezzo al mare va soccorso, questo lo dice la legge .Una delle possibili risposte a questo problema possono essere i corridoi umanitari. La risposta deve essere unitaria da parte dell'Europa e la posizione dell'Italia nel chiedere un impegno degli altri paesi sarà ancora più forte se difende fino in fondo la vita di qualcuno che è nella disperazione".