Zoffoli, il metallo che visse due volte

Premio Mascagni, la Zoffoli di Copparo, leader nel riciclo di ferro e rame

Alessandro Zoffoli, ad con la figlia Debora, che guida due società della holding

Alessandro Zoffoli, ad con la figlia Debora, che guida due società della holding

BOLOGNA

«RECUPERARE» è l’imperativo categorico della Zoffoli metalli, un’azienda con sede a Tamara di Copparo nel Ferrarese, sulla cresta dell’onda per almeno due motivi: la sua capacità di dare risposte concrete al proprio segmento di mercato, di cui è grande interprete, e l’attualità del prodotto che tratta, legato all’ambiente e alla sua difesa.

Il riciclo dei materiali di scarto, ferrosi e non, è il core business di questa bella realtà produttiva che ha come titolare Alessandro Zoffoli, alle cui spalle campeggia una storia imprenditorial-familiare, con radici a Gambettola nel Forlivese, avviata dal nonno Giuseppe, e proseguita dal padre Pietro e dal fratello Roberto. Il futuro, intanto, è già cominciato con la figlia Debora e i nipoti Mirco ed Emanuele.

La famiglia ha costituito una holding guidata da Alessandro, che sovrintende su tre società: la citata Zoffoli metalli, una seconda società che gestisce gli immobili strumentali guidata da Debora, come la terza che si occupa di costruzioni.

Signor Zoffoli, il metallo è la vostra passione…

«Sì. Recuperiamo materiale ferroso e rame, acciaio e ottone in varie parti del mondo. Lo lavoriamo utilizzando macchine a alta tecnologia capaci di effettuare una riduzione volumetrica del rifiuto grazie a una pressa cesoia, seguita dalla selezione e dalla separazione dei singoli elementi che vanno rivenduti all’industria che li utilizza per realizzare nuovi prodotti».

Un recupero in grande stile.

«È vero. Viene reimpiegato il 98% di ciò che si getta. Un bel risultato che consente di dare vita nuova a tanto materiale».

Separate, in particolare, la gomma e il rame.

«Il granulato di rame va in fonderia ed è trasformato in un nuovo prodotto. La stessa cosa avviene per la guaina in plastica».

A questo proposito, Debora Zoffoli, avete chiesto la collaborazione dell’Università di Bologna.

«Abbiamo avviato una start up con la Facoltà di Ingegneria. Il nuovo prodotto, frutto del riciclo della gomma, viene a sua volta impiegato in particolare nella pavimentazione».

Ricerca e sviluppo per voi sono fondamentali.

«Siamo sempre alla ricerca di nuovi impianti per selezionare al meglio i rifiuti».

Lavorate per l’ambiente e quindi i vostri stessi processi produttivi sono orientati in questo senso…

«Abbiamo tutte le principali certificazioni ambientali. Un’ulteriore, importantissima certificazione ci consente di esportare in Cina i rifiuti».

I dati principali dell’azienda?

«Fatturato: 160 milioni, un terzo grazie all’esportazione (soprattutto Europa e Sud-est asiatico). I dipendenti sono 54 di cui una decina nella sede distaccata di Gambettola».

Dato il settore di attività, un’azienda destinata a crescere ancora…

«Puntiamo ai 240 milioni entro il 2025. Nel futuro si parlerà sempre più di ambiente».

Debora, la vostra attività non si ferma al riciclo di metalli.

Siamo attivi anche nel campo immobiliare. Abbiamo infatti acquisito una lottizzazione a Copparo e stiamo costruendo villette e appartamenti di classe energetica 4. Grande risparmio energetico e attenzione all’ambiente».

Tutto a posto, quindi, signor Zoffoli?

«Non tutto. Abbiamo un problema: non sempre riusciamo a trovare personale, qualificato e non. Ci occorrono ingegneri e operai comuni. C’è da sporcarsi le mani ma la retribuzione è buona».