La lirica in strada. Con Pavarotti "Un’accademia per i giovani"

La Fondazione e i progetti della presidentessa Nicoletta Mantovani: "Era il sogno di Luciano"

La lirica in strada. Con Pavarotti  "Un’accademia per i giovani"

La lirica in strada. Con Pavarotti "Un’accademia per i giovani"

Omaggiare e trasmettere insegnamenti. Questo è l’animo di Fondazione Luciano Pavarotti, che ispira la sua attività ai valori umani e artistici del grande Maestro. Dalla sua scomparsa, la Fondazione mantiene vivo il suo ricordo, grazie anche alla Casa Museo a Modena. A raccontarlo è Nicoletta Mantovani, moglie del tenore e presidente della Fondazione.

Come nasce la Fondazione?

"La Fondazione nasce nel 2008, attraverso un tributo a Luciano a Petra. La principessa Haya, figlia del re di Giordania, ci chiese come poterlo ricordare: abbiamo deciso di realizzare il sogno di Luciano e del Re Hussein, cioè un concerto a Petra. È stato un evento incredibile e da lì abbiamo deciso di intraprendere questo percorso".

Il valore artistico è inquantificabile. "La morte di Luciano ha lasciato un grande vuoto. Il team della Fondazione è lo stesso che ha lavorato con Luciano, del quale conosceva la visione di vita. Per questo abbiamo deciso di mantenere viva la sua memoria, portando avanti i suoi obiettivi. Tra questi, dare un futuro alla lirica attraverso i giovani. Luciano voleva riportare la lirica nelle strade, perché quando era giovane, le arie liriche erano cantate come se fossero delle canzoni pop. E il suo sogno era quello di tornare al momento in cui la gente amava la lirica, a prescindere dal proprio background culturale".

Come opera la Fondazione?

"Luciano ha sempre ricevuto tanti ragazzi, insegnando ciò che aveva imparato. Noi non possiamo insegnare canto, ma offriamo ai giovani un palcoscenico, una prima possibilità di confronto con il pubblico. Organizziamo concerti in tutto il mondo. In più, offriamo delle borse di studio, per garantire loro di proseguire gli studi. Ma il nostro sogno nel cassetto è ben più grande".

Cioè?

"Vogliamo creare una nostra accademia, completando il sogno di Luciano, che desiderava un’accademia gratuita per i ragazzi, garantendo a tutti un percorso di studio, anche a chi non ne ha la possibilità economica".

E la Casa Museo?

"Il museo rappresenta la memoria artistica e umana di Luciano, perché è una casa curata da lui nel minimo dettaglio. Luciano riusciva a emozionare tutti con la voce, e il nostro sogno è quello di suscitare un’emozione nelle persone che entrano nel museo. E i risultati ci sono: riceviamo commenti di commozione. È una casa piena di ricordi, dove ancora oggi c’è la sua energia. La casa era sempre piena di amici, cantanti. Abbiamo pensato che gli avrebbe fatto piacere aprire le porte di casa sua al pubblico. Ospitiamo 50mila visitatori all’anno. Finora sono arrivati ospiti da 92 Paesi diversi".