
Domenico Vivolo, fondatore e titolare di Vivoil Oleodinamica insieme con la figlia nella sede dell’azienda, a Budrio (Bologna)
Bologna, 6 maggio 2025 – Da piccola realtà locale a marchio riconosciuto a livello internazionale. Ne ha fatta di strada Vivoil Oleodinamica Vivolo Srl, nata a Bologna nel 1985 e trasferitasi nel 2005 a Budrio, in provincia di Bologna, che si è specializzata nel tempo nella progettazione, produzione e vendita di componenti oleodinamici.
Domenico Vivolo, fondatore e tuttora titolare dell’azienda, come ci siete riusciti?
"Non abbiamo una nostra struttura commerciale di vendita in giro per il mondo a promuovere il nostro prodotto, ma siamo cresciuti grazie alla soddisfazione dei clienti e ad una rete di distributori attivi nelle varie aree geografiche in tutto il mondo".
Qual è la strategia vincente?
"Proporre un prodotto di qualità, cercando di offrire ai clienti un servizio fatto di risposte rapide e tempi di consegna brevi, al momento di tre-quattro settimane. Questo grazie ad una produzione e una gamma molto flessibile. Riusciamo così a fornire anche il singolo pezzo ed eventualmente personalizzarlo in base alle esigenze del cliente".
Di che prodotti parliamo?
"Abbiamo un’ampia vasta gamma di prodotti, circa 25mila varianti attive: siamo produttori di pompe, motori e divisori di flusso a ingranaggi esterni. E aggiungiamo alla nostra offerta sempre nuove soluzioni in base alle richieste del mercato".
Tra questi prodotti, qual è il fiore all’occhiello?
"Tutti, ma possiamo vantarci dei divisori di flusso, che rappresentano un prodotto più complesso da produrre rispetto ad altri. Con questo ci differenziamo dai competitors, perché possiamo contare su tipologie innovative, come ad esempio il divisore MIA - Manifold Instantaneous Auto Compensating Flow Divider – un divisore ad ingranaggi che include un sistema di compensazione interno delle pressioni che consente elevate precisioni anche in condizioni gravose".
Come definirebbe la vostra azienda?
"Lavoriamo in maniera artigianale, prendendoci cura del prodotto e del singolo pezzo, ma lo facciamo a livello industriale. Un mix tra tecnologia e risorse umane".
Quanti dipendenti contate?
"I dipendenti sono 35, di cui 25 nel reparto produttivo, che si giostrano tra l’area di lavorazioni meccaniche, dove si preparano i componenti per il montaggio, e la zona di montaggio e collaudo, che finalizza la produzione".
E i clienti?
"A portafoglio sono circa 450, in circa 60 Paesi, raggiungendo diverse aree geografiche, soprattutto in Europa. Tra le nostre scelte vincenti, c’è quella di scegliere fornitori locali, controllando l’intero ciclo produttivo e mantenendo alta la qualità italiana".
Qualche sogno nel cassetto per il 2025?
"Vogliamo confermare e mantenere il risultato dello scorso anno a livello di fatturato (più di 13 milioni di euro nel 2024, ndr), mentre per lo sviluppo, vogliamo accedere a nuovi mercati in cui non siamo ancora presenti, come gli Stati Uniti".