ArchivePresidente della Repubblica, Salvini tratta su una donna al Colle

Presidente della Repubblica, Salvini tratta su una donna al Colle

Il leader della Lega vede Draghi, Letta e Conte. Al sesto scrutinio valanga di voti per Mattarella

Il leader della Lega, Matteo Salvini

Il leader della Lega, Matteo Salvini

Roma, 28 gennaio 2022 - Elezione presidente della Repubblica: servirà una nuova votazione, la settima, che avrà inizio domani mattina a partire dalle 9. 30 dopo il nulla di fatto di oggi, con più veti che voti.  

Nel quinto giorno, infatti, la matassa si è fatta sempre più ingarbugliata. E per sbloccare l'impasse si è deciso di accelerare passando da una a due votazioni quotidiane. Alla prima gli astenuti sono stati 406 e, a metà spoglio, era già chiaro che sarebbe stata un'altra fumata neraLa presidente del Senato Elisabetta Casellati, su cui il centrodestra ha provato a far convergere i voti, si è fermata a 382 preferenze, ben al di sotto del quorum della maggioranza assoluta (505 voti) che vale la salita al Quirinale.

Spazio, quindi, alla seconda convocazione della giornata per il sesto passaggio istituzionale. Ha ottenuto una valanga di voti, 336,  il presidente Sergio MattarellaGli astenuti sono stati 445 mentre le schede bianche 106.  Al pm Di Matteo sono andati 41 voti, a Casini 9, a Manconi 8. Draghi e Cartabia ne hanno incassati 5, Belloni 4, Amato 3, Casellati 2. I presenti in tutto sono stati 976 e i votanti 531. Le schede nulle sono state 4, i voti dispersi 9. Non è dunque stato raggiunto il quorum di 505 voti. 

Quirinale: il Pd prova a dare le carte, Letta ci crede: "Si apre dialogo". I nomi in campo

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Sommario

Trattative in corso

Dopo il muro contro muro della mattinata, sembrava che si aprissero spiragli. Prima fonti dei 5 Stelle riferiscono che il loro leader sta sentendo il centrodestra, poi la capogruppo al Senato di Forza Italia, Annamaria Bernini, dichiara: "Abbiamo aperto una trattativa" con il centrosinistra. Arriva quindi la notizia di un incontro tra Matteo Salvini, Enrico Letta e Giuseppe Conte. Il segretario dem si dice "ottimista" ma ammette che "non è semplice" trovare una soluzione. Il leader della Lega ha un colloquio anche con il premier Mario Draghii due vengono visti uscire a pochi minuti di distanza l'uno dall'altro dallo stesso palazzo nei pressi di via Veneto. 

I nomi sul tavolo

Il centrosinistra prova a offrire una rosa di nomi al centrodestra per cercare di raggiungere un'intesa. Nell'elenco ci sono: Sergio Mattarella, Mario Draghi, Elisabetta Belloni, Marta Cartabia (che a tarda sera riprende quota) e Pierferdinando Casini. Dal canto suo, Letta ammette che Sergio Mattarella al Quirinale è il massimo. "È sempre stato così dall'inizio e sempre sarà così", dice il segretario Pd ai microfoni di SkyTg24. In mattinata era stato Matteo Renzi a dire "o la vicenda si risolve nelle prossime ore" o l'ipotesi Mattarella bis torna in campo "con tutta la sua forza". 

Ipotesi donna, le parole di Salvini

 "Sono fiducioso. Ho avuto diversi incontri in giornata - dice il segretario leghista Salvini assediato dai giornalisti davanti a Montecitorio a fine giornata -. E conto che, a breve, senza perdite di tempo, riti ... sto lavorando perché ci sia un presidente donna. In gamba. Non faccio nomi e cognomi perché qualunque nome io abbia fatto nei giorni scorsi aveva un 'no' a priori, perché se lo dice Salvini. Mi taccio".  Poco importa che il leader leghista non sia esplicito. 

Belloni e Cartabia

Passano pochi minuti e subito si salda il fronte del no alla direttrice del Dis, Belloni.  “Per noi non va bene”, fa sapere Licia Ronzulli, al termine di una riunione di Fi alla Camera. La Belloni non è gradita neppure a una parte del  Pd, del Movimento 5 stelle e soprattutto tra i centristi. "Che il capo dei servizi segreti in carica diventi presidente della Repubblica è inaccettabile", detta il leader di Iv, Matteo Renzi. Poi esplicita: "Conte, Meloni e Salvini, se domani votano Belloni è perché vogliono andare a votare. La leader di FdI non digerisce la bocciatura e attacca: "Tutti parlano dell’importanza delle donne nei ruoli chiave, ma alla prova dei fatti quando esce il nome di una donna per un’alta carica si assiste a un fuoco di sbarramento di una violenza inaudita. Ecco a voi la latente misoginia italiana”. A scompaginare le carte ci pensa Beppe Grillo che twitta: “Benvenuta Signora Italia, ti aspettavamo da tempo. #ElisabettaBelloni”. Casini non si oppone: "Stimo da sempre Belloni". Ma dopo i ‘niet’ bipartisan tornano a crescere le quotazioni della ministra Cartabia

L'apertura di Conte

Al tavolo delle trattative c'è stato "non solo un nome femminile, più di un nome femminile. Perché l'Italia ha tantissime risorse che meritano di essere elevate a quest'alta carica", afferma Giuseppe Conte, parlando alla stampa in serata. "Ovviamente si sta finalizzando e ci sono delle valutazioni ultime", aggiunge.

Lo scontro su Casellati 

La giornata era iniziata con il centrodestra che, come da anticipazioni di Salvini la sera prima, aveva abbandonato la strategia del non voto (scheda bianca o astensione) ed era andato  a contarsi, provando a convergere su una preferenza: Elisabetta Alberti Casellati. Il conteggio finale si era fermato però a 382 voti, facendo materializzare almeno una settantina di franchi tiratori interni.

 / La carta Casini

Astenuto il fronte Pd-M5s-Leu, che ha bollato come "grave errore" il nome di Casellati e ha disertato l'incontro chiesto da Salvini. "Mi sto chiedendo sinceramente se ho fatto bene a fidarmi, siamo stati portati in giro per tre giorni - sbottava in mattinata il segretario dem -. L'impressione è che abbiano tentato di dividerci con idee fantasiose". La Casellati si era presa il no anche di Italia Viva, mentre Giuseppe Conte aveva parlato di "una forzatura istituzionale" perché "il presidente deve essere super partes". Giorgia Meloni aveva mostrato tutta la sua insofferenza. "Con questo Parlamento è impossibile decidere qualsiasi cosa. La soluzione sono le elezioni (politiche ndr)". Renzi dixit.

Letta: no spaccature

Ma il segretario dem Letta prima di lasciare la Camera fa argine: "Ritengo fondamentale domattina un incontro fra le forze di maggioranza. Come sempre, la soluzione sul Quirinale non può essere una soluzione che spacca la maggioranza. Bisogna trovare l’unità della maggioranza. Serve un incontro tenendo soprattutto conto della novità che Forza Italia si è autonomizzata".

Lo strappo di Forza Italia

Le ombre dell’asse M5s-Lega, che nel 2018 diede vita al governo giallo-verde,  hanno messo in crisi la coalizione di centrodestra. Il segretario leghista non ha avuto contatti telefonici al momento con Silvio Berlusconi, ma la sua strategia, giudicata da FI incomprensibile e confusionaria, ha spinto gli alleati alla decisione di procedere in ‘solitaria’, con Antonio Tajani che andrà agli incontri. Ma secondo fonti parlamentari, sarebbe pronto lo stesso Cavaliere a scendere in campo per trattare personalmente.  Gli approdi della partita del Colle secondo Berlusconi? Casini o il Mattarella bis. Con il primo si sarebbe sentito al telefono ma non esclude affatto la pista del Mattarella bis. E sul filo della mezzanotte, Tajani rimarca: “Con Berlusconi ci sentiamo 10 volte al giorno, non c’è bisogno di ripeterlo. È sempre lui che interviene, è sempre lui che parla, che dà le indicazioni, che fa le scelte. Non c’è mai stata una scelta che non sia stata condivisa da lui, Forza Italia sta gestendo da sempre in autonomia le trattative. Stiamo lavorando per una soluzione che raccolga la più ampia condivisione possibile”.