Presidente della Repubblica, i nomi in lizza. Spunta Elisabetta Belloni

Iniziate le votazioni. Si cerca una sintesi (difficile)

Roma, 24 gennaio 2022 - Elezione presidente della Repubblica: chi aveva liquidato troppo presto Sergio Mattarella potrebbe doversi ricredere. Con il passare delle ore, infatti, nel giorno della prima votazione, prevista per oggi pomeriggio, il nome del capo dello Stato torna a insinuarsi con forza tra vertici e colloqui riservati. Mentre con la morte, ieri sera, del deputato Fi Enzo Fasano  i grandi elettori scendono a 1.008. Mattarella è sicuramente nei pensieri del segretario dem Enrico Letta, assieme a quello del premier Mario Draghi, comunque in pole.Presidente della Repubblica, torna il nome di Frattini. Salvini prova a stringere

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Mentre il centrodestra è alla ricerca di un nome condiviso. L’elenco dei papabili è lungo. Parte dai desiderata di Silvio Berlusconi, la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati e il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani, per approdare a Franco Frattini, due volte ministro degli Esteri nei governi Berlusconi.  

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Secondo i rumors, il leader della Lega Matteo Salvini pensa alla direttrice del Dis, Elisabetta Belloni. E intanto, in omaggio al voto per il Quirinale sfoggia una mascherina  con scritto a lato ‘Vince la squadra’, "dono di una suora che prega per noi e per l’Italia. Di buon auspicio”, fa sapere.

In casa 5Stelle si gioca tutto sulla parola 'veto', nell’assemblea congiunta dei gruppi del Movimento 5 stelle di Camera e Senato che domenica sera mette sul tavolo le diverse opzioni in discussione: Giuseppe Conte  adotta la linea del capogruppo alla Camera Davide Crippa, che ha parlato del rischio di elezioni anticipate: se cambia l’inquilino di palazzo Chigi si va al voto on line degli iscritti, il M5S si potrebbe quindi tecnicamente sfilare dalla maggioranza, “la democrazia diretta - sottolinea Conte - è un pilastro anche del nuovo corso del M5S”. Altri segnali all’esterno Conte li manda per il centrodestra, che non deve farsi prendere da “deliri di onnipotenza” e per il centrosinistra, quando sottolinea che Lega-FI e FdI sono “pienamente legittimati” a presentare dei nomi, segnando quindi un distinguo da Pd e LeU, coi quali tuttavia ribadisce l’esistenza di un patto di consultazione permanente sull’evoluzione del negoziato. Fra i “dubbiosi” sulla linea contiana non scende in campo nessun big ma non è un segreto che fra i più convinti sostenitori dell’ipotesi Draghi ci sia il ministro degli Esteri Luigi Di Maio

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Nonostante i contatti frenetici, è stallo tra i partiti e l’indicazione della maggior parte dei gruppi per la prima chiama, che prevede i due terzi dei votanti, sarà di votare scheda bianca.  C’è attesa in mattinata per l’incontro tra Letta e Salvini mentre alle 11 dovrebbe andare in scena un altro vertice fra Conte,  Letta e Roberto Speranza.

Nel dibattito s’inserisce anche il Financial Times. “Un processo elettorale presidenziale disordinato e divisivo che inneschi una crisi politica o faccia deragliare i progressi sulle riforme preoccuperebbe seriamente Bruxelles e i mercati finanziari”, è la tesi di  un lungo editoriale sulla situazione politica italiana. Il Financial Times  equipara le elezioni per il Colle ad un “conclave papale”: ossia, non c’e’ alcun candidato formale, molteplici scrutini segreti e intense negoziazioni dietro le quinte. E invece, ricorda Ft, Draghi ha dato una risposta che, per la classe politica italiana, era chiaramente un’offerta codificata di disponibilità. “Non ho aspirazioni particolari di un tipo o di un altro”, aveva detto l’ex presidente della Banca Centrale Europea. “Sono un uomo, un nonno, al servizio delle istituzioni”. Secondo Ft, Draghi rappresenta per i politici italiani un vero dilemma: meglio mantenere il più celebrato tecnocrate del paese come primo ministro, permettendogli di andare avanti con un ambizioso programma di riforme finanziato dall’Ue, o elevarlo a Capo dello Stato, scatenando potenzialmente una crisi sulla sua successione a Palazzo Chigi?

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