2008-10-01
di FRANCO GABICI
FRANCESCO Chicco Verlicchi è morto ieri a Fusignano, dove era nato nel maggio del 1915. Si era avvicinato alla pittura fin da bambino, incoraggiato da suo padre, decoratore di carrozze, che lo avviò alla scuola di arti e mestieri di Fusignano sotto la guida del pittore lughese Giulio Avveduti che intuisce subito le potenzialità del suo giovane allievo. Dopo aver lavorato a Lugo nella bottega del pittore e decoratore Antonio Ricci, Verlicchi si iscrive ai corsi liberi della Accademia di Belle Arti di Ravenna e intanto va acquistando un suo stile che si inserisce nella tradizione figurativa ottocentesca.
ALLA fine degli anni Cinquanta il suo percorso artistico ha una svolta decisiva. Nel 1956, infatti, Avveduti lo chiama come aiuto nel restauro degli affreschi di San Giacomo Maggiore a Lugo e nello stesso anno succede al maestro nella direzione della scuola fusignanese. Lanno successivo si trasferisce a Parigi dove da un lato approfondisce la grande lezione della pittura impressionistica e dallaltro viene a contatto con le avanguardie. Inizia intanto la sua lunga attività di insegnante di disegno dal vero allIstituto darte per il Mosaico di Ravenna, dove resta per quasi ventanni dal 1959 al 1978.
NELLA sua lunga carriera Verlicchi ha ottenuto importanti riconoscimenti. Nel 1958, lartista ottiene uno dei suoi primi importanti riconoscimenti vincendo la sezione estemporanea della quarta edizione del Premio Campigna con un scorcio paesaggistico della foresta casentinese. Nel 1963, riceve il primo premio alla settima edizione della Biennale dArte Romagnola di Forlì per lopera Natura morta in grigio, mentre particolari meriti vengono già in questa fase attribuiti al pittore per la sua attività come ritrattista.
Apprezzato anche come acquerellista, Verlicchi fu un eccellente caricaturista e vignettista e molti suoi bozzetti illustravano il giornale fusignanese Il Pollaio. Gli piaceva molto guardare i personaggi della televisione per poi fissarli sulla carta in efficacissime caricature e molte di queste furono oggetto della mostra Francesco Verlicchi. Biblioteca dartista (2005-2006) allestita a Fusignano per festeggiare i suoi novantanni.
IN QUESTA occasione il maestro donò circa 4 mila volumi darte alla biblioteca della sua città. Nel 2007 ha esposto anche alla Biblioteca Classense di Ravenna.
I ravennati di buona memoria ricorderanno che nellatrio della Caserma Garibaldi campeggiava un grande affresco che raffigurava scene di guerra. Verlicchi mi confidò che quellaffresco era opera sua. Purtroppo, quando le ruspe mandarono tutto allaria, a nessuno venne in mente di fotografarlo.
Verlicchi ha continuato a dipingere fino agli ultimissimi giorni della sua esistenza. Le esequie si terranno nel pomeriggio di oggi, mercoledì 1 ottobre partendo dalla Camera ardente della R.S.A. San Rocco di Via Monti a Fusignano.
di FRANCO GABICI
FRANCESCO Chicco Verlicchi è morto ieri a Fusignano, dove era nato nel maggio del 1915. Si era avvicinato alla pittura fin da bambino, incoraggiato da suo padre, decoratore di carrozze, che lo avviò alla scuola di arti e mestieri di Fusignano sotto la guida del pittore lughese Giulio Avveduti che intuisce subito le potenzialità del suo giovane allievo. Dopo aver lavorato a Lugo nella bottega del pittore e decoratore Antonio Ricci, Verlicchi si iscrive ai corsi liberi della Accademia di Belle Arti di Ravenna e intanto va acquistando un suo stile che si inserisce nella tradizione figurativa ottocentesca.
ALLA fine degli anni Cinquanta il suo percorso artistico ha una svolta decisiva. Nel 1956, infatti, Avveduti lo chiama come aiuto nel restauro degli affreschi di San Giacomo Maggiore a Lugo e nello stesso anno succede al maestro nella direzione della scuola fusignanese. Lanno successivo si trasferisce a Parigi dove da un lato approfondisce la grande lezione della pittura impressionistica e dallaltro viene a contatto con le avanguardie. Inizia intanto la sua lunga attività di insegnante di disegno dal vero allIstituto darte per il Mosaico di Ravenna, dove resta per quasi ventanni dal 1959 al 1978.
NELLA sua lunga carriera Verlicchi ha ottenuto importanti riconoscimenti. Nel 1958, lartista ottiene uno dei suoi primi importanti riconoscimenti vincendo la sezione estemporanea della quarta edizione del Premio Campigna con un scorcio paesaggistico della foresta casentinese. Nel 1963, riceve il primo premio alla settima edizione della Biennale dArte Romagnola di Forlì per lopera Natura morta in grigio, mentre particolari meriti vengono già in questa fase attribuiti al pittore per la sua attività come ritrattista.
Apprezzato anche come acquerellista, Verlicchi fu un eccellente caricaturista e vignettista e molti suoi bozzetti illustravano il giornale fusignanese Il Pollaio. Gli piaceva molto guardare i personaggi della televisione per poi fissarli sulla carta in efficacissime caricature e molte di queste furono oggetto della mostra Francesco Verlicchi. Biblioteca dartista (2005-2006) allestita a Fusignano per festeggiare i suoi novantanni.
IN QUESTA occasione il maestro donò circa 4 mila volumi darte alla biblioteca della sua città. Nel 2007 ha esposto anche alla Biblioteca Classense di Ravenna.
I ravennati di buona memoria ricorderanno che nellatrio della Caserma Garibaldi campeggiava un grande affresco che raffigurava scene di guerra. Verlicchi mi confidò che quellaffresco era opera sua. Purtroppo, quando le ruspe mandarono tutto allaria, a nessuno venne in mente di fotografarlo.
Verlicchi ha continuato a dipingere fino agli ultimissimi giorni della sua esistenza. Le esequie si terranno nel pomeriggio di oggi, mercoledì 1 ottobre partendo dalla Camera ardente della R.S.A. San Rocco di Via Monti a Fusignano.
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