2009-03-22
QUANDO il cantiere è stato aperto, nel 2004, la previsione era di concludere i lavori entro 18 o 24 mesi. Oggi, dopo cinque anni, il progetto di autocostruzione di Alisei a Savarna è ancora in alto mare e le dieci unità abitative sono ben lontane dal traguardo. Mancano gli impianti di riscaldamento a pavimento, gli intonaci, gli infissi. Il materiale necessario a proseguire non arriva, e da quasi un anno il cantiere è praticamente fermo. Nel frattempo sono scaduti il prestito con la banca e la concessione edilizia. Entrambi sono stati rinnovati.

«L’ANNO scorso — spiega uno dei soci della cooperativa, Michele Pessolini — per cercare di dare una svolta a tutta la vicenda, ci siamo impegnati, tutti e dieci i soci, e abbiamo fatto una fideiussione con la banca di 15mila euro a testa. Per un totale di 150mila euro. Con il nostro finanziamento Alisei ci aveva assicurato la fine dei lavori per agosto 2008, ma è andata diversamente. La prima settimana l’attività è ripresa con grande velocità, e per un momento abbiamo pensato fosse la volta buona. Invece tutto è tornato come prima. A settembre scade la fideiussione e la banca vorrà indietro i suoi soldi. Noi speriamo che nella riunione in programma venerdì con l’assessore Farabegoli e Alisei, si trovi una soluzione, perché il cantiere riparta al più presto».
In questi anni di attese alcuni dei soci originari del progetto si sono ritirati e ne sono subentrati altri. C’è anche chi, preso dallo sconforto, ha rallentato il lavoro nel cantiere che, secondo gli accordi, viene portato avanti nel fine settimana o quando i soci, tutti impegnati in altre professioni, sono in ferie. C’è invece chi non ha ‘mollato’ e continua a trascorrere ogni minuto libero in quella che, spera, prima o poi diventerà la sua casa.

«A RAVENNA pago 700 euro di affitto al mese — racconta uno dei soci — e a dicembre il proprietario vuole che lasci libero l’appartamento. Ogni week end vengo qui in cantiere con i miei due figli, ma ormai sono sfiniti. Lavorano tutta la settimana e non so quanto potrò pretendere ancora che passino il sabato e la domenica qui a sgobbare». La situazione non è piacevole per nessuno: altri soci, basandosi sulle previsioni ufficiali del progetto, hanno comprato i mobili, e quindi hanno dovuto affittare un magazzino per conservarli. E c’è chi ha lo sfratto esecutivo nella sua abitazione di Ravenna.
«Alcuni lavori inoltre, non sono stati fatti a dovere» osserva un altro socio, Giovanni Pitrelli. «Abbiamo scoperto — continua — che le tegole non sono incollate al tetto, col rischio di vederle volare via appena arriva un po’ di vento. In alcuni casi abbiamo dovuto spaccare e rifare parti in muratura perché ci erano state date le quote sbagliate». E poi c’è la questione dello scolo consortile a pochi metri dal cantiere: «É venuto un tecnico di Alisei di Trieste — raccontano i soci — e ha fatto i rilievi per stabilire a che distanza si poteva costruire. Però ci ha dato una misura che non corrisponde al regolamento vigente in questo territorio. Quindi abbiamo dovuto recuperare dello spazio sottraendolo agli appartamenti. Ora le stanze sono rettangolari e più piccole, e se si prova a entrare con l’auto in quelli che diventeranno i garage, non c’è lo spazio per aprire le portiere».
Ora non resta che aspettare fino a venerdì, quando si incontreranno l’assessore comunale Ilario Farabegoli, il presidente di Alisei, Ottavio Tozzo, e i soci del cantiere di Savarna. «Alisei — sottolinea Farabegoli — ha avuto alcune difficoltà a causa di un ritardo nei finanziamenti europei. L’incontro di venerdì servirà a fare il punto sulla situazione, ma ci sono buone possibilità, a quanto dice l’associazione, di sbloccare la situazione entro la fine del mese».
Annamaria Corrado