2009-04-09
LA SIGNORA Maria Fabbri ha lasciato all’Amministrazione comunale un’eredità che, tra immobili, contanti e oggetti vari, è stata valutata in più di due milioni. Secondo le sue volontà testamentali, questo capitale dovrà servire per l’istituzione di una casa di riposo per anziani, preferibilmente insegnanti o artisti, intitolata al marito, il violoncellista Adolfo Fantini.
Ma è proprio a causa degli strumenti musicali di Adolfo Fantini che, secondo Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna, la memoria della benefattrice Maria Fabbri rischia di essere ‘tradita’.
«All’interno della casa della signora — racconta Ancisi — sono stati travati due violoncelli, una viola, alcuni archi ed altri accessori. Ed una vetrinetta contenente questi strumenti è stata consegnata all’Istituto Verdi, di cui Adolfo Fantini fu allievo, e depositata nell’aula del docente di violoncello, Tiziano Berardi, con suo grande apprezzamento».
Sembrerebbe una storia a lieto fine. Invece c’è una sorpresa. «Il Comune di Ravenna — posegue ancisi — ha deciso di sottrarre gli stumenti al Verdi e di procedere alla loro vendita, sulla base di una lettura strettamente formale del testamento, secondo la quale tutti i beni della Fabbri dovrebbero essere destinati all’istituzione di una casa di riposo. Un errore clamoroso».
Ancisi, infatti, ha parlato con Luigi Morigi, che ha assistito la signora Fabbri sino alla fine, curandone gli interessi.
«Egli testimonia che la signora non aveva mai voluto vendere gli strumenti per ragioni affettive ed, ancora in vita, aveva espresso la volontà che fossero consegnate all’Istituto Verdi».
Come uscire, allora, da questa situazione? Per Ancisi ci sono solo due maniere. La prima: «Assegnare gli strumenti alla casa di riposo e far si che li affidi in comodato d’uso all’Istituto Verdi».
La seconda: «Visto che la signora Fabbri ha lasciato in donazione un capitale di due milioni, il Comune potrebbe destinare 9.800 euro del proprio bilancio per acquistare gli strumenti musicali, visto che quei soldi andrebbero alla casa di riposo. Sarebbe un modo di correggere il tiro e per rispettare la memoria di Maria Fabbri».