Beppe Bergomi lunedì a Ravenna per il premio 'Non è un pallone per vecchi'

Organizzata anche una tavola rotonda dove verrà affrontato il tema dei ‘Talenti perduti’

Beppe Bergomi

Beppe Bergomi

Ravenna, 10 marzo 2019 - Domani pomeriggio, lunedì 11 marzo, alle 18.30, al Palazzo dei Congressi di Largo Firenze a Ravenna, va in scena la terza edizione del premio ‘Non è un pallone per vecchi’ che l’Associazione Ravenna Fc assegna annualmente alla figura del mondo sportivo maggiormente in grado di valorizzare i giovani, trasmettendo loro equilibrio e passione. L’appuntamento è aperto a tutta la cittadinanza. Quest’anno, il riconoscimento verrà assegnato a Beppe Bergomi, bandiera dell’Inter e campione del mondo a Spagna 82, figura che, prima in campo, poi negli studi televisivi nelle vesti di commentatore, ha saputo incarnare e trasmettere questi valori alle future generazioni. L’evento, patrocinato dal Comune di Ravenna, è il fiore all’occhiello delle attività organizzate dall’Associazione Ravenna Fc, presieduta da Antonio Venturini, e partner costitutivo della rinascita del calcio ravennate, che ora rappresenta l’azionista di maggioranza del Ravenna Fc. L’assegnazione del premio ‘Non è un pallone per vecchi’ sarà l’occasione per una tavola rotonda dove verrà affrontato il tema dei ‘Talenti Perduti’. Quindicenni strappati ai loro Paesi d’origine, nella speranza di trasformarli in plusvalenze. Ragazzi ancora molto bambini, esposti al giudizio spietato dei media prima di avere gli strumenti per capirne il senso. Cifre surreali che accompagnano la possibile esplosione di un talento tutto da verificare, che fra qualche anno sarà dimenticato. Adolescenti esposti all’insulto – anche razziale – in un mondo, quello del calcio, che ha perso di vista la sua funzione educativa. A che età è giusto trattare un ragazzo come un professionista? Quali sono le iniziative che le società professionistiche hanno l’obbligo di adottare perché il calciatore adolescente diventi prima di tutto un adulto consapevole ed educato, un uomo o una donna che non finisca a urlare ‘buuu’ allo stadio? Come si recupera l’etica di uno sport che sembra sempre più attento alla speculazione frettolosa a svantaggio delle più basiche forme di educazione tra i giovani che sognano di diventare campioni? Sarà dunque una occasione di riflessione e confronto per i ragazzi del settore giovanile giallorosso e per tutti gli interessati ad un argomento che supera i confini dello sport, ma che riguarda l’educazione ed il futuro dei figli.