Ravenna, in mostra 'La bellezza ch'io vidi' a Sant'Apollinare Nuovo

Dal 23 settembre al 6 gennaio, possibilità di ammirare i tanti documenti e 'richiami' tra i mosaici ravennati e l'opera di Dante Alighieri

La presentazione della mostra

La presentazione della mostra.

Ravenna, 20 settembre 2018 – Sarà inaugurata domenica 23 settembre alle 17, nel polo espositivo di Sant’Apollinare Nuovo di Ravenna, la mostra ‘La bellezza ch’io vidi. I mosaici di Ravenna nella Divina Commedia’ a cura della Diocesi di Ravenna-Cervia e ‘Dante in Rete’.

Il Giustiniano del VI Canto del ‘Paradiso’ (‘Cesare fui e son Iustiniano’), il corteo del XXIX del ‘Purgatorio’ che ricorda quello dei martiri di Sant’Apollinare Nuovo, e le stelle con le quali si chiudono tutte e tre le Cantiche della ‘Divina Commedia’ (‘E quindi uscimmo a riveder le stelle’, ‘Puro e disposto a salir le stelle’, ‘L’Amor che move il sole e l’altre stelle’) che sembrano ‘disegnare’ a parole quelle incastonate nel cielo di Galla Placidia: ecco, i tanti e documentati ‘richiami’ tra i mosaici ravennati e l’opera di Dante Alighieri.

Gli studiosi sostengono che tutto il ‘Paradiso’ sia stato scritto a Ravenna, in una Ravenna che all’epoca conservava circa 200 chiese decorate in gran parte a mosaico. L’influenza dei mosaici bizantini sulla ‘Divina Commedia’, quindi, è nota soprattutto tra gli accademici (grazie anche alla pubblicazione del libro di Laura Pasquini ‘Iconografie Dantesche’, appena ristampato da Longo editore) ma per la prima volta una mostra la illumina e la ‘racconta’ a tutti, con un chiaro intento divulgativo. Circa 20 pannelli luminosi illustreranno a turisti e ravennati i tanti rimandi che sono stati studiati tra i mosaici e le terzine della ‘Divina Commedia’ attraverso un testo esplicativo (tratto da ‘Iconografie Dantesche’) e i commenti evocativi deI ‘Vangelo secondo Ravenna’ di Andrè Frossard (Itaca edizioni).

La mostra è il frutto della curatela scientifica di una commissione di esperti e accademici, di cui fanno parte la stessa Laura Pasquini, docente dell’Università di Bologna, Giuseppe Ledda, anche lui docente nel medesimo Ateneo e membro del ristretto Comitato nazionale per le celebrazioni dantesche del 2021 (presidenti del comitato scientifico della mostra) e rappresenta un omaggio a Dante sulla scorta del profondo legame con l’arte ravennate in vista delle celebrazioni del 2021 in occasione del settecentesimo anniversario della morte e della tradizione inaugurata dall’operato di don Giovanni Mesini, ‘il prete di Dante’.

L’allestimento è stato progettato dall’architetto Ruggero Cornacchia e realizzato con la collaborazione fattiva dei professori Silvia Perini e Piergiorgo Bentini. La mostra, sarà aperta al pubblico fino al 6 gennaio, dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 17. L’ingresso costa 2 euro, mentre è incluso nel biglietto cumulativo per visitare il circuito dei monumenti Unesco gestiti dall’Opera di Religione. È inoltre possibile prenotare visite guidate telefonando al numero 0544-541688.