War is over, la mostra al Mar di Ravenna. La guerra, la storia e l’occhio dell’artista

Protagonisti Kounellis, Burri, Picasso, De Chirico, Marinetti, Kiefer, Boetti, Abramovic, Paladino. L'esposizione è aperta fino al 13 gennaio

La mostra ?War is over al Mar di Ravenna (Foto Zani)

La mostra ?War is over al Mar di Ravenna (Foto Zani)

Ravenna, 6 ottobre 2018 - La guerra vista dagli artisti. ‘?War is over. Arte e conflitti tra mito e contemporaneità’ è stata inaugurata ieri al Mar (aperta fino al 13 gennaio). Kounellis, Burri, Picasso, De Chirico, Marinetti, Kiefer, Boetti, Abramovic, Paladino sono alcuni dei nomi che accompagno il visitatore lungo un viaggio che attraversa i secoli per rimanere sempre attuale, come attuale è il concetto di guerra. «Nell’anniversario della Grande guerra – ha spiegato Angela Tecce, curatrice insieme a Maurizio Tarantino dell’esposizione – sono state allestite diverse mostre storico documentarie. Io ho pensato non tanto ad una rievocazione storica, piuttosto ad una riflessione concettuale su guerra e conflitti. Ho spostato l’asse sul pensiero degli artisti». 

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  Ecco allora la drammaticità del pensiero di Kounellis, che racchiude l’essenza della guerra nei materiali: la ruvidezza delle coperte dell’esercito, su un letto da campo più simile a una bara, e la freddezza delle lastre d’acciaio a fare da sfondo. O le minuscole figure in movimento di Michal Rovner, simbolo di una spaesata e affollata solitudine. Ci sono gli aerei di Alighiero Boetti, con lo sfondo a penna biro, e il Buddha trafitto di Nam June Paik. E ancora l’omaggio di Vettor Pisani al padre della psicoanalisi, il progetto di Christo per la realizzazione di un muro, di tessuto però, in California, e il magmatico mare di Anselm Kiefer.

Sono circa sessanta gli artisti in mostra per un percorso che si snoda in tre filoni tematici: ‘Vecchi e nuovi miti’, ‘Teatri di guerra. Frontiere e confini’, ‘Esercizi di libertà’. «L’arte – ha aggiunto Angela Tecce – pur parlando la lingua della bellezza, ha valore di denuncia e consapevolezza. Siamo circondati da immagini di guerra, siamo talmente assuefatti da non farci quasi più caso. Invece gli artisti hanno la capacità di essere molto presenti. Sono denuncia nel momento in cui ci fanno pensare». 

In mostra anche quattro installazioni di Studio Azzurro, che creano un legame tra i diversi piani. La scala, in cui suoni e immagini accompagnano la salita del visitatore, e le sue domande. La sala d’ingresso, dove, attraverso una feritoia, ci si cala nei miti e nelle tragiche realtà della prima guerra mondiale. Il corridoio del primo piano, dove i calchi di cavalli e cavalieri del Partenone della gipsoteca del Mar si rianimano al passaggio del visitatore evocando tematiche dantesche. E infine la rilettura del monumento simbolo del Mar, la lastra funeraria di Guidarello.   Alla presentazione della mostra, ieri al Museo di via di Roma, sono intervenuti anche Maurizio Tarantino, che ha ricordato come il progetto dell’intera mostra sia nato dall’incontro con Angela Tecce, il presidente del Mar, Mauro Brighi, l’assessora alla cultura, Elsa Signorino, che ha sottolineato la rilevanza nazionale dell’evento, e il sindaco, Michele de Pascale. «La sensazione – ha detto de Pascale – è che ci fosse urgenza di una mostra come questa, che affronta un tema difficile, senza paura di affrontarne gli aspetti più controversi. Sta crescendo la prima generazione che non avrà la possibilità di ascoltare direttamente da chi l’ha vissuta, la memoria di un conflitto. Io questa possibilità l’ho avuta. Qual è allora l’unico strumento che può agire con la stessa forza dal punto di vista emotivo? L’arte. E questo elemento è presente nella mostra».  Info.: www.mar.ra.it.