Ravenna, 30 aprile 2010 - UN NOVELLO Marco Polo è pronto a partire da Ravenna per raggiungere l’estremo oriente in moto. Un viaggio lungo 3 mesi che comincerà il 2 maggio e che condurrà il ravennate Pietro Spitali, giovane ricercatore di genetica dell’università di Ferrara, dalla città dei mosaici al Giappone passando per i Balcani, l’Azerbaijian, Il Kazakhistan e la Mongolia.

Un viaggio nato da un incontro casuale. «Due anni fa mi trovavo in Olanda come ricercatore - spiega Pietro - e per caso conobbi un ragazzo spagnolo che da tempo girava il mondo da solo, prima in moto e poi in auto. Non avevo mai visto una persona tanto libera, così cominciai a pensare alla possibilità di poter fare un simile viaggio anch’io». «Sempre in Olanda incontrai Huubert Hendriks - prosegue - che nel frattempo mi ha insegnato molto sul mondo delle motociclette, visto che io non ero tanto esperto. Inizialmente volevamo raggiungere l’Australia, dove Huubert ha una figlia, ma per l’impossibilità di passare attraverso il Myanmar, dato che le sue frontiere sono chiuse, abbiamo deciso per una nuova meta. Perchè affronto questo viaggio? Perchè quando tornerò, la mia intenzione sarà quella di vivere la mia quotidianità in maniera differente. E poi lo faccio per la curiosità di conoscere altri popoli. Non sarà un viaggio facile: dormiremo in tenda, mangeremo cibo liofilizzato e dovremo stare attenti ai briganti che assaltano i viaggiatori».

La sua Honda Transalp, approntata dal fido meccanico Yuri, arriverà in Giappone anche grazie a Roberto Avoni, titolare del negozio di materiale tecnico ’Motoaction’ di Imola, che ha supportato lo stesso Pietro nel suo viaggio. 
 

Spitali è stato salutato anche dal sindaco Fabrizio Matteucci, che ha voluto incontrarlo prima della partenza. Il giovane ha raccontato al primo cittadino come è nata l’idea di questo viaggio avventuroso che durerà tre mesi e lo porterà a coprire circa 25mila chilometri in sella alla sua moto prima di arrivare nel paese del sol levante.
Matteucci ha augurato buon viaggio al giovane ricercatore, salutandolo affettuosamente a nome dei ravennati.