Milano Marittima, 23 agosto 2010 - LA PAURA è passata. Ieri pomeriggio Aldo Montano e la sua compagna Antonella Mosetti hanno trascorso l’assolata domenica in spiaggia al Papeete beach e, come dimostrano le foto, il campione si presentava in salute e ‘affamato’.

Non gli ha fatto passare l’appettito la terribile disavventura di venerdì sera. Lo schermidore ha rischiato l’arresto cardiaco per ‘colpa’ di un tortino di zucchine con formaggio servitogli in un ristorante ‘vip’ del centro di Milano Marittima nonostante avesse spiegato al cameriere di essere allergico ai latticini. L’incidente fa riflettere gli operatori del settore. «Sono infortuni, chiamiamoli così, che purtroppo capitano sempre più frequentemente — spiega l’assessore al turismo Nevio Salimbeni —. I ristoratori devono fare attenzione al tema delle allergie; la qualità di un locale oggi si misura anche nella capacità di risposta alle esigenze alimentari della clientela. E’ chiaro che non bisogna puntare il dito sul singolo operatore, ma l’attenzione deve rimanere sempre alta perché, come abbiamo visto, in gioco c’è la salute delle persone».

 «Troppo spesso le allergie e le intolleranze vengono sottovalutate — racconta l’‘azzurro’ Montano —. Ristoratori o camerieri pensano che si tratti di un ‘capriccio’ del cliente e trattano la problematica delle allergie con eccessiva superficialità. A me un paio di volte l’anno, specialmente viaggiando molto, capitano episodi come quello di venerdì. E’ stata forse l’esperienza peggiore da quando sono bambino». Saper gestire adeguatamente le necessità alimentari dei clienti, allergie e intolleranze, serve anche per misurare le ‘stelle’ degli hotel. «Oggi bisogna essere attrezzati per far fronte ai bisogni dei turisti intolleranti e allergici. Nelle strutture dalle 4 stelle in su sono richiesti menu ‘ad hoc’ — continua Salimbeni —. Il problema più evidente, sto parlando in generale e non nel merito dell’incidente Montano, è che ultimamente ci si trova di fronte al proliferare di operatori che non hanno come principio fondamentale la ristorazione che diventa un contorno, un po’ improvvisato, ad altre attività. E’ un problema culturale».


Tra le note negative l’assessore sottolinea l’aspetto positivo. «Lo stesso campione ha ringraziato la tempestività e la professionalità degli operatori del presidio ospedaliero di Cervia. E’ tanto bistrattato, ingiustamente, che fa veramente piacere sentire qualcuno che ne sottolinea l’utilità. L’ospedale funziona e in alcuni casi può salvare la vita».