Ravenna, 27 settembre 2010 - AVRA’ strascichi legali l’episodio avvenuto poco più di un mese fa in un noto ristorante di Milano Marittima: lo schermidore azzurro Aldo Montano, che si trovava in vacanza assiema alla fidanzata Antonella Mosetti e ad alcuni familiari, rischiò la vita perché a tavola gli venne servito un tortino di zucchine con pecorino.

L’olimpionico livornese — secondo quanto ha riferito dopo l’accaduto — aveva avvertito il cameriere che li seguiva al tavolo di essere allergico alla caseina, quindi a tutti i formaggi: dopo il primo boccone accusò seri problemi respiratori e andò incontro a un serio choc anafilattico. La tempestività del soccorsi e la competenza del personale del posto di pronto intervento dell’ospedale di Cervia sono state decisive nello scongiurare conseguenze drammatiche. Dopo una notte in osservazione al Santa Maria delle Croci di Ravenna, Montano aveva potuto lasciare l’ospedale e proseguire la vacanza.

ORA la notizia che il plurimedagliato schermidore ha deciso di sporgere querela nei confronti del ristorante per il reato di lesioni personali colpose, appunto in relazione allo choc anafilattico, di cui è stato vittima la sera del 20 agosto scorso. La determinazione è stata assunta alla luce del fatto che il personale del locale, secondo quanto conferma Montano, era stato edotto della sua grave forma di allergia agli alimenti contenenti caseina. «Ho deciso di fare quanto nelle mie possibilità perché l’opinione pubblica e le istituzioni preposte affrontino con maggior attenzione questa grave problematica», ha spiegato ieri lo schermidore toscano. Con questa azione intende rivendicare il «diritto ad essere allergici», attraverso una regolamentazione della materia che tuteli con maggiori garanzie i soggetti affetti da tale patologia. «Dopo quanto mi è accaduto sono stato contattato da persone e associazioni che da anni si battono in questa direzione ed intendo dare loro il mio supporto», ha aggiunto quindi Montano. «La querela che ho sporto nei confronti del locale all’interno del quale è accaduto il fatto è la prima di una serie di azioni che intendo promuovere per cercare di avviare una seria opera di sensibilizzazione sul pericolo al quale sono esposte le persone che, come me, sono affette da gravi forme allergiche».

IL GIORNO dopo le dimissioni, Montano era voluto tornare al pronto soccorso dell’ospedale di Cervia per ringraziare il personale che lo aveva assistito. «Volevo ringraziare chi mi ha salvato la vita. Sono loro i veri campioni».