Ravenna, 14 aprile 2011 - BREVE storia di come una bufala, quella del terremoto a Roma il prossimo 11 maggio, può trasformarsi in una psicosi di massa o poco meno, con la complicità della Rete.

La causa scatenante (e a quanto pare incolpevole) sono gli studi di Raffaele Bendandi, sismologo autodidatta nato a Faenza nel 1893 e morto, sempre nella città delle ceramiche, nel 1979: secondo una voce che è rimbalzata tra i siti Internet negli ultimi mesi, le teorie di Bendandi avrebbero previsto, per l’11 maggio, un terremoto devastante con epicentro nella capitale. Peccato che, a quanto pare, di questa data e di questo evento non ci sia la minima traccia nelle carte dello studioso.

PAOLA Pescarelli Lagorio, direttrice dell’Osservatorio Bendandi a Faenza, in questi giorni ha dovuto rispondere a decine di telefonate ed email preoccupate, da parte di romani e di persone che prevedono di trovarsi nella capitale tra un mese. «Non ho idea di come sia nata questa storia dell’11 maggio — spiega. — Fatto sta che la notizia falsa è dilagata su Internet. Nelle carte che Bendandi ha lasciato, e che stiamo analizzando da tempo, questa data non è mai citata. È vero che lo studioso ci ha lasciato alcune previsioni, che vanno dal 1996 al 2012, ma molto probabilmente riguardano le tempeste magnetiche, non i terremoti. E soprattutto, non è indicato alcun luogo».

Le coincidenze suggestive, certo, non mancano: tra le carte è citato anche l’11 marzo scorso, data della più forte tra le scosse che hanno sconvolto il Giappone. E quando era in vita, il sismologo faentino aveva fatto centro in diverse occasioni, prevedendo, ad esempio, il terremoto delle Marche nel 1924.

SECONDO la teoria di Bendandi, il verificarsi di eventi sismici è influenzato dalle forze gravitazionali che il Sole, i pianeti e i satelliti esercitano sulla Terra: in particolari condizioni di allineamento dei corpi celesti, si potrebbero generare effetti su determinate zone sismiche del pianeta. Fantasia? «Il nostro unico obiettivo è rivalutare la figura di Bendandi come scienziato — precisa Paola Lagorio. — È sempre stato avversato in Italia, ma all’estero ha avuto più di un riconoscimento».

FLAVIO Linguerri, appassionato di sismologia che vive a Casola Valsenio, sulle montagne del faentino, ha conosciuto bene il misterioso ‘profeta’ della terra che trema. «Da giovane ero terrorizzato dai terremoti — racconta. — Poi ho incontrato Bendandi: un uomo burbero, complicato. Se non gli andavi a genio, rifiutava di aprirti la porta, se invece gli stavi simpatico era capace di parlarti per ore. Mi trasmise la passione per la sismologia, e realizzammo insieme un prototipo di sismografo, usando un peso di 500 quintali e un rullo di carta affumicata».

Di previsioni, ovviamente, Linguerri non ne fa, né si sbilancia su quelle di Bendandi. «Diciamo che credo in un uomo che ha studiato tutta la vita, facendo calcoli a mente per mesi e mesi. Quanto alle previsioni azzeccate, non saprei: ogni giorno, nel mondo, si verificano decine, centinaia di eventi sismici. Indicando vagamente un’area in cui potrebbe esserci una scossa, non è difficile indovinare».