Ravenna, 25 agosto 2011 - DOPO l’arte di Caravaggio e l’enigma di Monna Lisa è la controversa vita del Passatore ad essere finita sotto la lente dell’antropologo Giorgio Gruppioni. Nessun revisionismo storico, qui si parla di ossa. Anche se la storia, in questo caso, potrebbe essere clemente con il brigante più spietato e più amato che la Romagna abbia partorito tanto da mettere fine, forse, alla sua ‘illacrimata sepoltura’. Risalgono a una settimana fa le ricerche in una buca vicino alla Certosa di Bologna, per portare alla luce tra centinaia e centinaia di resti quelli che potrebbero essere appartenuti proprio al bandito di Boncellino di Bagnacavallo.
 

«QUANDO venne ucciso, a pochi passi dalla sua abitazione, il cadavere fu esibito per tutta la Romagna e poi gettato in un ossario sconsacrato nei pressi della Certosa di Bologna — racconta Adriano Pagani, deus ex machina del presunto ritrovamento (insiema ad altri due ravennati, Daniele Golfari ed Elisabetta Bedeschi, oltre al pronipote del Passatore, Francesco Biffi) —. Insieme ad alcuni amici appassionati di storia da tempo indaghiamo sul luogo esatto di sepoltura del ‘Passatore’ e dopo aver raccolto diversi documenti abbiamo ipotizzato che il suo cadavere dall’ossario della Certosa sia stato ‘trasferito’ a seguito di una bonifica dell’area risalente al 1924 in una buca poco distante». Via allora con la richiesta di permessi e con la ricerca vera e propria che ha avuto luogo alla presenza di Giorgio Gruppioni, l’antropologo dell’Università di Bologna che ha esaminato anche le presunte spoglie di Michelangelo Merisi e della Gioconda.
 

«UNA settimana fa siamo andati sul posto — continua Pagani —. Mi sono calato io in quel tunnel, sono letteralmente entrato tra ossa, scarafaggi e altri insetti e ho cominciato a portare femori, frammenti e teschi in superficie. Ho ancora i brividi, era una scena da film dell’orrore, ma ne è valsa la pena». Sono stati estratti più di cento teschi e sono stati riposti in una stanza della Certosa perché possano asciugare dall’umidità accumulata in tanti anni. Si cerca , in modo particolare un teschio che riporti il foro di un proiettile e che potrebbe già essere stato individuato.
 

«LE CONDIZIONI dei resti sono tali da rendere difficile l’individuazione del dna — spiega il professor Gruppioni —, alcuni reperti sono stati immersi a lungo nell’acqua della buca e sono in cattive condizioni di conservazione. E’ un’impresa che ricorda in tutto e per tutto quella del Caravaggio e che sicuramente porterò fino in fondo». Se tra le ossa dovessero risultare quelle del brigante ‘dallo sguardo truce’ il pronipote sa già quale sarà la loro destinazione. «Torneranno nel cimitero di Boncellino, è quella la casa del Passatore».