Ravenna, 12 ottobre 2011 -  È iniziato tutto a fine agosto, quando durante i lavori per la realizzazione dell’Isola interrata in piazza Anita Garibaldi, Hera si è imbattuta in una serie di reperti archeologici. In particolare in un mosaico di grandi dimensioni a tre metri dalla superficie stradale. A rivelare la natura e l’entità del ritrovamento, pochi giorni dopo, erano state le foto diffuse dal Movimento 5 stelle. In quelle immagini infatti si distinguevano chiaramente alcune decorazioni musive simili a quelle che si possono ammirare nella Domus dei Tappeti di pietra.

Dimostrazione dell’esistenza, nel sito, dei resti di un’abitazione romana. Forte l’indignazione dei ‘grillini’ che, in quei giorni, denunciarono «l’assoluta avventatezza» con cui erano stati programmati ed eseguiti gli scavi. I mosaici infatti, più estesi del previsto, erano stati sfondati dalle palancole piantate sul terreno. Di pochi giorni successivi era stata la scoperta dei mosaici con la rappresentazione di un volto umano.

Inutili le richieste del Movimento 5 stelle di bloccare il cantiere per riportare alla luce l’intero ritrovamento. Dopo il sopralluogo della soprintendenza ai beni archeologici si è deciso di asportare i mosaici per trasferirli al Museo archeologico di Classe. A fine settembre i tecnici del laboratorio di restauro di RavennAntica hanno provveduto a strappare la parte centrale del ritrovamento musivo, quello di colore bianco.