Ravenna, 21 dicembre 2011 - «No, no, vi assicuro che non è uno scherzo». Dodo Giorgetti, dopo esserne stato uno degli alfieri, è l’allenatore del Ravenna. Soprattutto in questo periodo critico per le sorti della società, non ha troppa voglia di ridere. Dunque, l’idea di portare il Ravenna in piazza del Popolo, e di farlo allenare fra l’albero di Natale e le casette di legno, non è una provocazione. O almeno non lo è fino in fondo:

«Martedì prossimo, dopo una settimana di vacanza, la squadra riprenderà l’attività. Non so chi saremo e non so nemmeno in quanti saremo, ma il rischio concreto è quello di trovare cancelli chiusi, spogliatoi inagibili e campi occupati. I magazzinieri mi hanno comunicato che, da ieri, non sono più al lavoro. Le prospettive non sono buone. Ecco allora che l’unico spazio comune e condivisibile è quello del salotto della città. Dobbiamo allenarci, ma vogliamo anche far capire alla città in che condizioni siamo costretti a lavorare». Alternative? «Sì, potremmo andare anche a Marina di Ravenna, in spiaggia e pineta. La prossima settimana sarebbe infatti destinata ad un richiamo di preparazione fisica visto che poi giocheremo solo l’8 gennaio».

Dopo il settore giovanile, che ha staccato la spina la scorsa settimana, è ora la volta dei magazzinieri e degli addetti ai campi: «Hanno promesso che entro venerdì ci pagheranno — è stato il commento univoco dei ‘fedelissimi’ del Benelli e del centro sportivo di Glorie — e dunque aspettiamo». Giova tuttavia ricordare che, per la cronaca, da ottobre, è stato un susseguirsi di promesse e di scadenze puntualmente disattese, per il pagamento di compensi e rimborsi spese. Prima era il 31 ottobre; poi, giustificato con un errore del presidente Aletti, si è arrivati al 30 novembre; quindi il 7 dicembre; e ora il 23 dicembre.

Intanto diversi fornitori sono alla porta. Qualcuno (Falcon Hotel di Sant’Agata Feltria) ha già avviato una procedura legale; qualcun altro (Class Hotel) è in procinto di farlo. Il patron Aletti e la figlia Elisa, presidente del sodalizio giallorosso, hanno sempre chiesto tempo, spiegando che i soldi necessari per onorare gli impegni dovevano essere sbloccati dalla LegaPro, dove il Ravenna vanta un credito di 1,2 milioni.

Ieri però Sergio Aletti ha mischiato le carte: «Siete proprio sicuri che quei soldi ci siano ancora? Forse lo sapete meglio voi del Carlino dove sono finiti. Il bilancio? Mai detto che non lo approvo, per farlo c’è tempo fino al 31 dicembre. Quanto costa il Ravenna? Lo valuteranno i professionisti, ma siete sicuri che qualcuno lo voglia davvero comprare? E comunque io nego tutto quello che ho detto».

Finalino con le operazioni al calciomercato di riparazione: erano stati promessi tre rinforzi; ma intanto, in sette hanno già levato le tende.